Data la mia condizione di bipolarismo esistenziale, che mi costringe ad un’altalena costante fatta di sentimentalismi smodati che si intercalano bruscamente a stati di cinismo compulsivo, oggi capirete bene in che stato emotivo mi trovo dopo aver visto Saving Mr. Banks.
Dirò la verità: lasciarsi andare alla componente di scetticismo generale sarebbe anche stato semplicissimo. Stiamo parlando di un film che, volendo, si presterebbe a tutte quelle discussioni simpaticissime su come la Disney sia IL MALE ASSOLUTO, una sorta di Lord Voldemort del mondo reale, untrice di quelle calamità universali meglio note come consumismo, globalizzazione e blablabla…
Beh, ecco… se vi state aspettando un prosieguo del genere (per una volta) siete nel posto sbagliato: oggi siamo in vena di favole, di amore, magia, sentimenti e pinguini danzanti.
Oggi stiamo parlando della mia Mary Poppins.
Mary Poppins: practically perfect in every way!
Videocassette consumatissime, canzoni imparate a memoria e balletti improvvisati in qualsiasi momento della giornata: un amore immenso e profondissimo che mi accompagna sin da quando ero bambina.
Come avrete intuito, qualsivoglia capacità di essere obiettiva è andata a farsi friggere, lasciando il passo alla gioia infantile che c’è in me… come Mrs Travers, che poco a poco si stacca dal suo pregiudizio e comincia a muovere il piedino… come Mrs Travers nei suoi ricordi di bambina…
Winds in the east, a mist comin’ in
Like somethin’ is brewin’ and about to begin…
Can’t put me finger on what lies in store,
But I feel what’s to happen all happened before…