Dalla preparazione della polenta pasticciata me ne erano avanzati dei pezzetti e così ho deciso di cucinarli nel modo più sfizioso e saporito che ci sia in cucina, li ho fritti.
La polenta fritta è una delle ricette della tradizione campana e partenopea in particolare. Anticamente costituiva quello che ora si chiama "cibo di strada" perché veniva venduta dallo zeppolajuolo (venditore di zeppole), mestiere così descritto nel libro "Usi e Costumi di Napoli" di Francesco De Bourcard.
Il pasticciere sta allo zeppolaiuolo come il nobile al plebeo, come il patrizio al popolano. Il primo appartiene alla aristocrazia, e mette il suo forno a Toledo, a Chiaja ed in altre vaste contrade; il secondo è democratico, e stabilisce i suoi fornelli nei più luridi e oscuri bugigattoli dei vicoli angusti che deturpano la nostra bella città, affumicando sé e i suoi vicini col fumo delle sue padelle. Egli frigge zeppole, zeppole di riso, scagliuozzoli, tittoli, zigarii, vuzzarielli, palle, vurracce e qualche altra cosa. .........
Lo scagliuozzolo è tutto di farina di granoturco e tagliato irregolarmente a triangoli o a trapezi. Se la pasta si taglia in piccole fettoline, queste prendono il nome di tittoli; se si da la forma di sigari, ricevono appunto la denominazione di zigarii o fusi."Se avete avuto la pazienza di leggere queste righe, capite anche perché ho voluto giocare col titolo del post.
I miei saranno scagliuozzoli o tittoli?
Spero che questa divagazione storica vi sia piaciuta, ne farò altre perché per me questo è uno degli aspetti più interessanti della cucina.
Per la preparazione del piatto ho poco da dirvi:
prendete la polenta fatela a pezzetti e friggeteli in abbondante olio di arachidi fino a che non hanno assunto un bel colore dorato.
Toglieteli dall'olio e poneteli su carta da cucina per far assorbire l'unto in eccesso.
Mangiateli caldissimi, devono risultare croccanti all'esterno e morbidi all'interno. Se gradite spolverateli con sale e pepe.