- § Mario Draghi, complice e consapevole dell’accordo sugli swap di valute greci, come membro di Goldman Sachs a metà degli anni 2000.
- § Mario Draghi, complice e consapevole dei vari derivati di Monte Paschi, come capo della Banca d’Italia.
- § Mario Draghi, complice e consapevole nel respingere le domande di Bloomberg che avrebbero fatto scoppiare tutti questi scandali, come attuale capo della BCE.
- § Ed ora, Mario Draghi, complice e consapevole di almeno uno (e probabilmente molti altri) degli accordi italiani in derivati con una o più banche di investimento USA, come Direttore Generale del Tesoro italiano.
La fuga di notizie riguardo il report 2012 del Tesoro, che è stata carpita anche dal quotidiano italiano “La Repubblica”, è probabile che alimenterà un dibattito sull’esposizione dell’Italia ai derivati. Arriva in un momento in cui i mercati hanno iniziato a mostrare un rinnovato nervosismo in relazione ai costi di finanziamento crescenti per paesi periferici come l’Italia. Inutile dire che l’ultima cosa di cui ha bisogno un paese drogato di scandali, il cui politico più popolare è stato condannato a 7 anni di galera per prostituzione minorile, è l’ennesima prova che il suo sistema finanziario ha mentito fino ad ora, e soffrirà per miliardi di perdite per le passività arretrate. Passività i cui danni totali potrebbero essere nel range di decine di miliardi: Il report non specifica le potenziali perdite che affronterà l’Italia per i contratti ristrutturati. Ma tre esperti indipendenti consultati dal FT hanno calcolato le perdite in base ai prezzi di mercato del 20 Giugno e hanno concluso che il Tesoro affrontava in quella data una perdita potenziale di €8 miliardi, una cifra sorprendentemente elevata in base al valore teorico di €31.7 miliardi. L’Italia non divulga la sua esposizione totale ai derivati. Gli esperti contattati dal FT, che hanno richiesto di non essere nominati, hanno notato che il report ha rivelato solo un’istantanea di sei mesi su un numero limitato di contratti ristrutturati. E con i derivati che sono a somma zero (a meno che non ci sia un fallimento della controparte nella catena delle garanzie, cosa per la quale tutti perderebbero), la perdita dell’Italia è stata il guadagno di qualcun’altro. In questo caso di Morgan Stanley (tra gli altri): All’inizio dell’anno scorso l’Italia è stata indotta a rivelare che aveva pagato a Morgan Stanley €2.57 miliardi dopo che la banca aveva esercitato una clausola di rescissione sui contratti derivati che coinvolgevano swap di tassi di interesse e swap di opzioni concordati con l’Italia nel 1994. Un report ufficiale presentato al parlamento nel Marzo 2012 diceva che Morgan Stanley era la sola controparte ad avere una simile clausola di rescissione con l’Italia e ha scoperto, per la prima volta, che il Tesoro possedeva contratti derivati per coprire parte dei €160 miliardi di debito, quasi il 10% dei bond statali in circolazione. Bloomberg News ha calcolato che all’epoca l’Italia aveva perso più di $31 miliardi sui suoi derivati, secondo i valori di mercato di allora. In passato gli ordini per respingere le indagini in tali loschi illeciti quasi certamente non provenivano solo dalle più alte sfere del potere italiano, ma dalla BCE e da banche come la Goldman. La domanda è: la Corte dei Conti si ergerà dalla parte della popolazione, ed esporrà la corruzione e gli individui dietro i miliardi che presto si riveleranno delle perdite? Rilasciando la sua relazione a Febbraio 2012 sui conti dello stato, Salvatore Nottola, procuratore generale della Corte dei Conti, ha notato che “il danno fatto alle entrate dello stato, costituito dai risultati negativi dei contratti derivati, è particolarmente critico e delicato.”
La Corte dei Conti ha declinato ogni commento sulla relazione e la Guardia di Finanza non ha risposto alle richieste di informazioni. Un portavoce del ministero delle finanze ha confermato l’esistenza della relazione ma ha declinato ogni commento sui contenuti e sulle possibili perdite, citando il segreto d’ufficio. Non ha voluto commentare le richieste avanzate dalla Guardia di Finanza alla Cannata.
Gustavo Piga, un professore d’economia italiano, ha causato una tempesta nel 2001 quando ottenne uno di questi contratti derivati nel 1996 ed accusò i paesi europei di“aggiustare” i loro conti. Piga non ha chiarito quale fosse il paese o la banca coinvolti, ma da allora i media li hanno identificati come Italia e JPMorgan.
“I derivati sono strumenti molto utili,” ha scritto Piga. “Diventano tossici se usati per aggiustare i conti,” ha detto, accusando il paese sconosciuto di trascurare i contratti derivati al fine di ritardare il più possibile i suoi pagamenti degli interessi. Ed a proposito di apertura, trasparenza e la mancanza della stessa, niente di quanto detto è una novità. Almeno non per la persona più determinante che ha inaugurato l’esperimento monetario fallimentare europeo: Helmut Kohl. L’anno scorso Der Spiegel, una rivista tedesca, ha ottenuto documenti ufficiali che dimostravano che nel 1998 Helmut Kohl, allora cancelliere, decise per ragioni politiche di ignorare avvertimenti dai suoi esperti secondo cui l’Italia stava “aggiustando” i suoi conti e non avrebbe soddisfatto i criteri del trattato di Maastricht, incluso un deficit di bilancio inferiore al 3%. I funzionari di governo italiani, incluso il precedente ministro delle finanze Giulio Tremonti, hanno detto che l’UE ne era a conoscenza ed approvava l’uso dei derivati (da parte dell’Italia) per entrare nell’euro. Nessuna sorpresa qui, soprattutto se consideriamo le sue stesse parole: “Si è comportato come un dittatore per portare l’euro.” E considerando che gli europei hanno ceduto volentieri tutti i loro diritti e poteri per vivere in una chimera dittatoriale negli ultimi dieci anni, e che da allora si è trasformata nel peggior incubo depressive che il mondo “sviluppato” abbia mai conosciuto, forse tutti i disoccupati dovrebbero guardarsi allo specchio per decidere a chi dare la colpa per la loro situazione. Ma non preoccupatevi, le Goldman, i Mario Draghi, le Cannata ed i Berlusconi del mondostanno andando alla grande, anche se la disoccupazione giovanile greca e spagnola è ora nel range del 60%. Che è grosso modo quello che ci si potrebbe aspettare da un qualsiasi regime dittatoriale neo-feudale. Traduzione di Francesco Simoncelli FONTE: L'INDIPENDENZA SEGUI VINCITORI E VINTI SU FACEBOOKE SUTWITTER SEGUI METEOECONOMY SU FACEBOOK: TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO