L’iscrizione nel registro degli indagati in Italia di alcuni dei massimi dirigenti del colosso energetico Eni per una presunta maxi-tangente è oggi sulle prime pagine dei quotidiani della Nigeria.
Che alla ricostruzione degli sviluppi giudiziari, legati a un pagamento sospetto per la concessione del giacimento Opl-245, affiancano analisi sull’emergere di nuovi equilibri di potere tra le multinazionali presenti nel Delta del Niger.
L’inchiesta di Milano che ha coinvolto l’amministratore delegato Claudio Descalzi e altri manager di punta di Eni, iscritti ieri nel registro degli indagati per un pagamento da un miliardo e 92 milioni di dollari effettuato nel 2011, è ricostruita da tutti i principali quotidiani nazionali.
Alcuni, come This Day, accostano però la vicenda al crescente interesse (e presenza) della Cina in Nigeria.
Manifestato questo interesse proprio in questi giorni a Lagos dal console Liu Kan, convinto che i pozzi del Delta debbano contribuire in modo decisivo a soddisfare la sete di energia di Pechino.
“Vediamo – ha detto il diplomatico – un grande potenziale nella nostra cooperazione futura con la Nigeria nei settori del petrolio e del gas”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)