A partire dal prossimo 7 novembre le opere di Scarlett Rouge saranno protagoniste di PARATISSIMA…C’EST MOI!, l’evento off di arte contemporanea che, per la sua ottava edizione, vedrà come protagonisti le opere di artisti e giovani creativi all’interno dei 6.000 metri quadrati dell’ex M.O.I, già Villaggio Olimpico e simbolo del recupero architettonico degli storici mercati generali torinesi.
Californiana per nascita, Scarlett Rouge vive e lavora tra Los Angeles e Parigi: la sua espressione artistica è ispirata alla cultura minimalista, applicando la filosofia orientale nel regno dell’occidente razionale e osservando la condizione umana da una prospettiva mistica piuttosto che razionale.
Il suo lavoro nasce con l’intento e l’obittivo di ricongiungere la materia alla spirito. Uno studio antropologico della società contemporanea per cercare di dare risposta a enigmi e dilemmi -il senso della vita e della morte – che da sempre animano l’animo più profondo dell’essere umano. Attraverso la pittura, la scultura e la realizzazione di installazioni multimediali, Scarlett Rouge vuole ricreare atmosfere e ambientazioni di processi alchemici per arrivare a scoprire e conoscere il mondo essenziale.
L’opera guida attorno a cui ruoterà l’installazione protagonista a Parattisima sarà una rivisitazione di Origine Oscura, scultura che ha debuttato lo scorso luglio nei giardini della Reggia di Venaria Reale in occasionedi Hop.e Art Jungle.
![SCARLETT ROUGE in Italia SCARLETT ROUGE in Italia](http://m2.paperblog.com/i/146/1468611/scarlett-rouge-in-italia-L-KnIVoD.jpeg)
ORIGINE OSCURA IN THE ASYLUM OF INFINITE BECOMING è una nuova installazione multimediale modellata secondo le antiche pratiche delle arti ceramiche e tagliata nell’era industriale delle manirobotiche: un’armonica fusione tra storie mitologiche e l’avanzamento tecnologico.
L’opera incarna la femminilità perduta e la perdita di contatto con la natura. Una dea d’altri tempi che, a causa della sua rabbia, del suo sentimento di abbandono, abuso e negligenza, non è più pronta a donarsi, ma ha bisogno di consumare.
L’installazione, strutturata come un spazio cerimoniale, è incentrata attorno ad una scultura iconica in legno pietrificato circondata da un groviglio di alberi lugubri fatti di resina e di oggetti simboli dl consumismo moderno.
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Un suono profondo di tamburo attira gli spettatori nel cerchio interno di un rituale religioso in sospeso, che si attinge a cominciare, o che forse è stato già consumato.
Resta un unico dubbio: ci troviamo di fronte a un rito di glorificazione e culto del consumismo o quello che vediamo vuole essere una provocazione a riflettere sullo stato di malattia e distacco ch sta infettando il nostro intimo e il mondo?