Magazine Società

scaveremo nelle discariche?

Creato il 18 dicembre 2013 da Gaia

Io penso che davvero la maggior parte delle persone non si renda conto di cosa significhi vivere in un mondo con oltre sette miliardi di abitanti, in crescita numerica e di consumi, e di che futuro ci aspetti. Ogni tanto qualcuno dice: c’è cibo per tutti. No, e comunque: oltre al cibo? C’è energia per tutti? C’è petrolio per tutti? Ci sono stoffe per vestire tutti, carta per far leggere tutti, metalli per dotare tutti di un computer? C’è spazio per i rifiuti di tutti? C’è bellezza per tutti?

Sto leggendo di un nuovo rapporto della European Energy Agency (EEA) sui futuri scenari globali. A me fa paura. Per esempio, tutti dicono: bisogna passare alle rinnovabili, come se le energie rinnovabili fossero una cosa immateriale che risolve solo i problemi senza crearne. Ma per fare turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, batterie per le ecologicissime (iron.) auto elettriche servono molti minerali e metalli alcuni dei quali non si trovano in Europa, e che quindi dovremo importare a fronte di prezzi in aumento e competizione con altri paesi in crescita economica. Ce la faremo? E cosa offriremo in cambio? Basterà riciclare? Ogni tanto mi chiedo se le discariche non diventeranno le nuove miniere. Ci accorgeremo che non possiamo più permetterci sprechi e andremo a rovistare nell’immondizia. O forse non si può, non lo so.

Qui, invece, un articolo sul ruolo della siccità, dell’agricoltura e della crescita demografica nel conflitto in Siria. Ogni conflitto è innanzitutto un conflitto per le risorse, e ci aspetta anche qui un futuro inquietante.

Intanto, sto leggendo Il mondo dei vinti di Nuto Revelli. Un testo interessantissimo, anche se sono solo all’introduzione e non mi piace per niente il suo stile narcisista e frammentario. Mi piace però come rende la complessità del passaggio da una società ed economia contadina all’industrializzazione e al turismo di massa. Non idealizza né il passato né il presente, semplicemente chiede, ascolta e riporta. Una cosa che lui non sottolinea, almeno per ora, ma che mi ha colpito molto, è che in campagna anche i vecchi lavorano – e per vecchi intendo ottantenni e addirittura novantenni. La mia idea è che la pensione esiste grazie ai combustibili fossili. Io penso che in un’economia post-petrolifera dovremo metterci in testa che non potremo sprecare energia umana per sport o lasciarla andare in pensione, a meno che uno davvero non ce la faccia. Dovremo tutti lavorare con le nostre braccia per fare quello che ora fa il petrolio.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

A proposito dell'autore


Gaia 251 condivisioni Vedi il suo profilo
Vedi il suo blog

L'autore non ha ancora riempito questo campo L'autore non ha ancora riempito questo campo

Dossier Paperblog

Magazine