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Scavi americani a Porta Stabia

Creato il 16 agosto 2012 da Kimayra @Chimayra

Scavi americani a Porta Stabia

Casa del Citarista

Gli archeologi dell'Università americana di Cincinnati, con a capo la dottoressa Amanda Pavlick, stanno scavando nell'isolato vicino a Porta Stabia, la porta più antica di Pompei. I risultati ottenuti sono molto interessanti e illuminano la conoscenza su uno degli assi viari più importanti della città.
Sull'antica via che attraversava Porta Stabia si affacciavano domus importanti, come quella del Citarista, ma anche edifici pubblici di un certo rilievo, alberghi, botteghe e depositi di materiali da costruzione. Proprio da Porta Stabia la maggior parte dei pompeiani cercò scampo durante l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Non molti anni fa furono proprio gli americani a ritrovare, in un altro scavo, i resti di un gruppo di fuggiaschi. Cinque persone che avevano inutilmente cercato di fuggire sulla via per l'antica Stabiae. Lungo la via, oltre allo sfortunato gruppetto di pompeiani, furono allora ritrovate anche delle sepolture e tracce fossili di un albero del V secolo a.C.

Scavi americani a Porta Stabia

Via Stabiana

Recentemente gli scavi hanno riportato alla luce un pozzo proprio nei pressi di Porta Stabia. Originariamente serviva per la raccolta d'acqua ma, dopo la costruzione dell'acquedotto del Serino, in età augustea, il pozzo ebbe un uso strettamente privato, connesso ad una delle adiacenti abitazioni. Significativo è stato anche il ritrovamento di un forno per la produzione di ceramica all'interno di una bottega che fungeva anche da abitazione.
Lo scavo ha restituito ceramica, manufatti in ferro e monete. All'interno di una domus, sotto le fondamenta, gli antichi abitanti di Pompei avevano ritrovato un'antica colata lavica e l'avevano sfruttata per ricavarne materiale per la costruzione dell'abitazione.
Lungo via Stabia erano dislocate, poi, molte botteghe che producevano garum, alcune a breve distanza le une dalle altre. Queste botteghe, durante il regno di Augusto, furono costrette a chiudere per la concorrenza proveniente dalle "consorelle" spagnole e si trasformarono in osterie e locande. Del resto, proprio sulla strada che attraversava Porta Stabia entravano le merci scaricate fuori le mura dai carri.

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