Questa ve la devo raccontare.
Affinche' la mia esperienza possa essere di aiuto a chiunque laffuori si trovi in una situazione simile alla mia, a chiunque sia in difficolta', a chiunque abbia bisogno di una parola di saggezza, di un orientamento in questo mare di incertezza.
Perche' lo sappiamo tutte, vero, che la scelta del parrucchiere e' una cosa delicatissima, no?!
Ecco, io su questo tema mi sento di condividere, perche' noi donne dobbiamo sostenerci a vicenda, dobbiamo far circolare la conoscenza, dobbiamo aiutarci a vicenda in questo mondo crudele!
Allora lo facciamo? Comincio io, dai.
Ciao a tutte, sono Sfolli, e da un anno sono orfana di parrucchiera.
La mia storia comincia quando avevo otto anni, e la mia mamma, la Iena, mi porto' da Lei, la mia futura Parrucchiera del Cuore.
Fu amore a prima vista, e non ci separammo piu' per i successivi, udite udite, 5 lustri.
Potremmo dire che sono una una che si affeziona, una che non ti tradisce.
Ma potremmo anche dire che sono una pigra abitudinaria e anche un po' autistica che ha paura del cambiamento.
Ma lascio ad altra sede il senso recondito di questo mio tornare, sempre e comunque, dalla Parrucchiera del Cuore.
Basti dire che, negli otto anni che ho vissuto in UK, sono sempre tornata da lei a farmi tagliare i capelli. E se non avevo l'opportunita' di tornare al borgo pedemontano per parecchi mesi, piuttosto che andare da un parrucchiere nuovo, per di piu in landa straniera, me li tagliavo io.
Il che, come potete immaginare, portava a grotteschi risultati. Ma tanto in UK non se ne accorgeva nessuno, perche' li vanno i tagli stravaganti e se non hai almeno una ciocca di capelli rosa ti guardano tutti come se fossi un alieno.
E insomma, quando quest'estate ci siamo trasferiti al borgo natio, mi son detta "Oh finalmente non dovro' piu' percorrere 2000 Km per andare dal parrucchiere". E son vantaggi.
Se non che, vado tutta pimpante nel mio salone di fiducia, e shock horror, cosa scopro?
Che la mia Parrucchiera del Cuore non c'e' piu'. Volatilizzata. Desaparecida.
Con un velo di terrore negli occhi, chiedo lumi alla receptionist, la quale assume un'aria impenetrabile sotto il suo perfetto caschetto nero, poggia gli avambracci sul banco della cassa mostrandomi le lunghe e temibili unghie laccate, e dalla sua posa di sfinge mi dice sibillina:
"Non lavora piu' qui".
Ah, dico io, mentre sento gia' la terra mancarmi da sotto i piedi, ma tento di mantenere un'aria casual e disinteressata.
E dove lavora adesso? Magari la vado a trovare [cerco di mantenere un tono pacato e razionale], sai, la conosco da quando ho otto anni [e qui mi si incrina la voce, ma ce la posso ancora fare] e bla bla bla
"Non lo so, non lavora piu'"
Maccome, o sfinge maledetta, tu mi hai appena detto che non lavora piu' qui, non che non lavora piu!
Insisto un po', lo scambio surreale si protrae ancora per qualche battuta, ma alla fine i tremori e la nausea hanno il sopravvento. Devo uscire a prendere un po' d'aria e raccogliere le idee.
Allora, Sfolli, la sfinge ti ha detto poche cose ma confuse. Tu e le tue fini capacita' ermeneutiche non potete che dedurre che la Parrucchiera del Cuore si e' trasferita nel salone di AC. Sissi, io sono astuta e ho capito tutto. Quindi mi precipito da AC.
E qui arriva la parte di incommensurabile utilita' sociale di questo post.
Ascoltatemi bene.
Io ora non posso fare nomi precisi, non so perche', ma mi pare che nella blogosfera non si possa sputtanare apertamente questo salone o quell'altro.
Ma potrei anche sbagliarmi, per cui ditemelo che io metto i nomi e mi tolgo un macigno dal cuore.
Insomma, mi precipito nel famoso salone di AC e chiedo con disinvoltura della Parrucchiera del Cuore.
La receptionist mi guarda con aria interrogativa:
"Qui non c'e' nessuna Parrucchiera del Cuore. Io sono Milly", dice sbattendo le ciglione sotto la frangetta asimmetrica, "Se vuoi accomodarti al lavaggio, Lilly sara' da te in un batter d'occhio".
Ormai la mia forza di volonta' vacillava, per cui mi trascino al lavaggio, sconsolata e balenottera
(si parla di mesi fa, quando ero ancora incinta).
"Ti faccio uno shampino trattante, e poi mettiamo la cremina per le punte", dice Milly con aria perentoria.
Io gia' sto pensando al conto salatissimo che mi presenteranno, per cui cerco di evitare questo ulteriore salasso farfugliando qualcosa sul fatto che io veramente essendo incinta non vorrei cose chimiche in testa bla bla.
Lei mi liquida dicendo che noooo, sono tutte cose naturali.
Zitta, mosca, mi becco lo shampino e la cremina.
Bon, arriva la Cicci, che in 10 minuti secchi mi taglia i capelli, rovinandomeli, scopriro' piu' tardi, irrimediabilmente.
Io mi domando e chiedo: s'e' vista mai una donna incinta con dei capelli mosci e avviliti tipo scopettone dei pavimenti? Ebbene, lei e' riuscita in questa impresa.
Per la modica cifra di 30 eurini.
Ma non e' finita qui.
Avendo io da brava tirchia pedemontana sbirciato il listino prezzi, le dico che no, la piega non la voglio. Anzi guarda, io sono abituata a non ascigarli proprio, i capelli. Che e' vero: saranno almeno 15 anni che la mia testa non vede un phon. Ebbene si.
E lei che fa? Me li asciuga a tradimento!
E io che dovevo fare, alzarmi e scappare?
Immaginando che fosse una questione di immagine - non si puo' lasciare che una cliente esca dal nostro prestigioso salone con l'aria di una pazza scappata dal manicomio, per cui glieli asciughiamo aggratis, piuttosto.
Questo pensavo io, mentre fremevo sulla sedia della Puppi.
Oh povera illusa. Oh povera gnorry sprovveduta.
Ala fine eccome se mi hanno messo la piega nel conto.
E ho avuto pure il mio bell'argomentare, ma loro niente, la Milly, la Titty e la Cicci muovevano la loro testolina ricciuta in unisono, tipo quei quei cagnolini insulsi che si vedono sul retro delle macchine, massi dai quelli che muovono la testa ciondolanti.
Fanculo avvoi, Milly, Lilly & Cicci, io la prossima volta vado sul sicuro.
Io la prossima volta vado da quei gran figoni di T&G.
Perche' io valgo.
Ecco.
Ora, sei mesi dopo, la Sfolli ormai cavernicola pallida come un cencio e con la muffetta sotto agli occhi, si pregusta da settimane il colpo grosso.
Dalla sua clausura domestica, cerca invano di regalarsi T&G per il suo compleanno. Ma Picca Gaia ha altri programmi, e l'impresa fallisce miseramente.
Lunghe settimane capellone passano inesorabili, finche' oggi, grazie ad una fortunata congiunzione astrale, riesco finalmente a raggiungere l'agognato salone.
Bella li, stavolta non mi fregano.
Stavolta sono agguerritissima.
Stavolta, zero cremine e shampini.
Per via dell'allattamento.
Stavolta, zero messa in piega perche' io devo correre a casa.
Per via dell'allattamento.
Stavolta se mi refilate un'altra Cicci, con tutto sto ben diddio di T & Gay, come dice la Volpe, io vi stendo con le mie supertette rotanti.
Per via dell'allattamento.
Non so se ho reso l'idea. Ero irremovibile e agguerritissima. E soprattutto squattrinata.
E infatti questa volta li stendo alla grande, li prendo in contropiede, li confondo, li stremo con il mio chiacchiericcio.
Non mi mettono cremine, non mi fanno la piega.
Finche', alla cassa, mi trovo Pucci, maschio verace, che da sotto la sua frangetta asimmetrica dice:
"Sono sessantadue euro".
Come scusa?
SESSANTADUE EURO.
Sensazione di deja-vu.
A-ri-ecco le nausee (e stavolta non sono gli ormoni).
"Ma io non ho fatto cremine, shampini, messe in piega...non ho fatto niente.
Sai, per via dell'allattamento.", farfuglio stordita.
Pucci sbatte le ciglione e dice
"Ah, ma quelle sono INCLUSE: e' tutto un PACCHETTO UNICO."
E'-tutto-un-pacchett....
Ecco, io voglio dire una cosa sola.
Baztardi. Baztardi dentro.
La prossima volta me li taglio io.
(ANZI, vado dall'omino che mi ha consigliato WonderP, che gia' mi aveva consigliato la Sacerdotessa del Sapere, e di lei mi fido ciecamente!!)
E no, non lo so se almeno il taglio e' bello.
C'ho ancora i capelli bagnati, maremma cicciaiola. Perche' io la piega non l'ho fatta.
Sai, per via dell'allattamento.
Baztardi.