di Beniamino Franceschini
da FANPAGE, 05 marzo 2013
Parliamo di scenari. Fino a pochi giorni fa, Renzi aveva lasciato intendere che un proprio coinvolgimento in ruoli istituzionali nel prossimo futuro fosse inopportuno, affermazione a cavallo tra la valutazione politica e la recriminazione. Il tutto con il sostegno anche di alcuni elettori del centrosinistra che, pur avendo esultato per la vittoria di Bersani alle primarie, stanno affermando da una settimana di aver sempre preferito il Sindaco di Firenze. Adesso, però, Renzi si dirige verso Roma «per incontri istituzionali», dopo essere tornato alla ribalta con alcune proposte e aver incontrato i suoi fedelissimi eletti in Parlamento. Breve inciso: stiamo parlando del Pd, il partito senza correnti, quindi, una tale riunione, che già costituirebbe un vulnus in una compagine dichiaratamente non maggioritaria, denota un certo fermento.
Tuttavia, meglio restare sugli scenari. Quando si parla di realismo e pragmatismo nella formazione del nuovo Governo, non ci si riferisce alla conclusione dell’accordo tra Pd e M5S, bensì a quello tra Pd e Pdl: questa è la strada che Napolitano sta sondando. Il Presidente della Repubblica ha intenzione di affidare l’incarico a Bersani, purché egli trovi una soluzione qualsiasi, ma comunque con il coinvolgimento del Pdl, sia quest’ultimo all’interno dell’esecutivo o in appoggio esterno. D’altronde, se il Pd trovasse un’intesa con il M5S su determinati punti condivisi, Grillo avrebbe una dirompenza comunicativa tale da convincere parte dell’opinione pubblica di essere riuscito a piegare Bersani al proprio programma. Vero è anche, tuttavia, che se il segretario del Pd non riuscisse a formare un Governo, Napolitano potrebbe tentare con un nuovo esecutivo tecnico, magari con un altro economista di rilievo, come Draghi o Visco (Ignazio), oppure con Amato.
Ciò significherebbe, in sostanza, che la presenza di Monti sarebbe prorogata fino a elezioni da tenersi presumibilmente in autunno: in tal caso, il Pd potrebbe davvero proporre il front-man Renzi, accreditato da un consenso interno ed esterno (sia ex ante, sia ex post), ma indissolubilmente connesso alla fine del Pd e di Bersani così come sono conosciuti dall’Italia contemporanea.
Beniamino Franceschini
La versione originale dell’articolo può essere letta qui: Scenari: Renzi e il pragmatismo di Napolitano.