Che Roma fosse una città assolutamente fuori da ogni logica lo sapevamo da tempo. Ma evidentemente non siamo mai preparati abbastanza. A volte questa nostra città riesce ancora a sorprenderci con delle chicche inaspettate. Come nel caso di questa foto grottesca che abbiamo scattato nel quartiere Aurelio, e con la quale chiudiamo in "bellezza" la settimana. Un'insegna che pubblicizza un garage dotato di officina piazzata esattamente sopra al cartello stradale comunale. Ammetto che alla sua vista ci è scappato un po' da ridere. Un accrocco simile evoca scenari sudamericani, non certo di una Capitale europea. Il bello è che noi siamo assolutamente certi, strasicuri, che il cartello in questione sia assolutamente regolare. Ed è proprio questa la cosa grave. In questa città non esiste il concetto di arredo urbano. Non esistono regole, non ne sono esistite per troppo tempo e, in molti casi, non ne esistono ancora oggi, nemmeno per quanto riguarda le istallazioni della cartellonistica. Tutto è lasciato al caso, all'improvvisazione. E così il cartello che indica la strada, Via Giovanni Devoti, è mortificato, umiliato, relegato in un angoletto. Sfugge alla vista anche dei più attenti. Per giunta risulta pure mezzo affumicato dallo smog, e anche volendo risulta davvero difficile leggere il nome della strada impresso sul marmo. Nemmeno a dargli una lavata son capaci. Notevole anche il contorno di degrado: i soliti adesivi abusivi dei traslocatori, le tag sulla saracinesca e sul muro del palazzo, le auto in doppia fila. A Roma non ci facciamo mai mancare nulla. In fatto di degrado siamo sempre i primi della classe. Per noi ormai è normale assistere a simili scene. Ignoriamo del tutto la immane, gigantesca figura di merda che facciamo quando un cittadino di un paese civile assiste a simili scenette grottesche.
Che Roma fosse una città assolutamente fuori da ogni logica lo sapevamo da tempo. Ma evidentemente non siamo mai preparati abbastanza. A volte questa nostra città riesce ancora a sorprenderci con delle chicche inaspettate. Come nel caso di questa foto grottesca che abbiamo scattato nel quartiere Aurelio, e con la quale chiudiamo in "bellezza" la settimana. Un'insegna che pubblicizza un garage dotato di officina piazzata esattamente sopra al cartello stradale comunale. Ammetto che alla sua vista ci è scappato un po' da ridere. Un accrocco simile evoca scenari sudamericani, non certo di una Capitale europea. Il bello è che noi siamo assolutamente certi, strasicuri, che il cartello in questione sia assolutamente regolare. Ed è proprio questa la cosa grave. In questa città non esiste il concetto di arredo urbano. Non esistono regole, non ne sono esistite per troppo tempo e, in molti casi, non ne esistono ancora oggi, nemmeno per quanto riguarda le istallazioni della cartellonistica. Tutto è lasciato al caso, all'improvvisazione. E così il cartello che indica la strada, Via Giovanni Devoti, è mortificato, umiliato, relegato in un angoletto. Sfugge alla vista anche dei più attenti. Per giunta risulta pure mezzo affumicato dallo smog, e anche volendo risulta davvero difficile leggere il nome della strada impresso sul marmo. Nemmeno a dargli una lavata son capaci. Notevole anche il contorno di degrado: i soliti adesivi abusivi dei traslocatori, le tag sulla saracinesca e sul muro del palazzo, le auto in doppia fila. A Roma non ci facciamo mai mancare nulla. In fatto di degrado siamo sempre i primi della classe. Per noi ormai è normale assistere a simili scene. Ignoriamo del tutto la immane, gigantesca figura di merda che facciamo quando un cittadino di un paese civile assiste a simili scenette grottesche.
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