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Scherma: un campione olimpico, Matteo Tagliariol, in allenamento a Torino

Creato il 17 dicembre 2014 da Sportduepuntozero

scherma - matteo tagliariolSi concluderà domani 18 dicembre il collegiale di allenamento della nazionale azzurra di spada maschile all’Accademia Scherma Marchesa di Torino. Tra i presenti spicca la figura del campione olimpico di Pechino 2008, il trevigiano Matteo Tagliariol. Le sue ultime due stagioni sono state, per sua stessa definizione “il periodo più brutto della mia vita”. Un lasso temporale nel quale Matteo ha anche pensato di smettere “perché non riuscivo neppure a fare le cose più elementari con la mano destra”. L’antefatto è stato l’infortunio occorsogli il 29 gennaio del 2012 durante il classico Trofeo Carroccio di Legnano al legamento collaterale della mano destra, quella chiaramente armata. L’inizio di un autentico calvario sportivo ed umano che ha portato l’olimpionico azzurro dalla posizione numero 6 del ranking mondiale di spada all’attuale di circa 140: “E’ dura perché bisogna fare i gironi e sulla distanza delle 5 botte quasi mai emerge il migliore. La fortuna può giocare a favore o contro di te ma l’aspetto tecnico è secondario. Poi inizi la diretta e senti nelle gambe la stanchezza. Ma la voglia c’è e sto provando a rifarmi sotto con l’obiettivo primario di rientrare nei migliori 16 di Coppa del Mondo”.

La rabbia per l’infortunio patito è tanta: “Non ho colpe, non essendosi trattato di infortunio “doloso” eppure ho perso due stagioni, quelle importantissime nelle quali uno schermitore solitamente è pronto a dare il meglio. Ora devo ritrovare il ritmo di gara, le sensazioni giuste. Non mi sento distante dai migliori però manca ancora qualcosa, direi chilometri. Sono sempre stato una locomotiva, ora mi sento un vagone”. Torniamo all’infortunio. Cosa è accaduto dopo?: “Non mi sono operato e ho fatto circa 8 mesi di fisioterapia, gareggiando con i comprensibili problemi legati alla menomazione. Non mi sono qualificato per le Olimpiadi di Londra per pochissimo. Ero infatti 13° nel ranking ed entravano i primi 12. In condizioni normali avrei fatto quasi certamente medaglia”.

Nel 2013 nuova stagione, con un buon avvio per Tagliariol, in bello spolvero a Vancouver, poi il nuovo stop a Parigi: “Difficile quando si sale in pedana per le gare e a causa di un infortunio non ci si può allenare adeguatamente”. La stagione termina e nel settembre del 2013 ecco la prima operazione. Nel marzo del 2014 la seconda. Poi la ripresa, che oggi possiamo definire come?: “In piena fase di attuazione. Conto di essere pronto per febbraio-marzo del 2015. La prima gara di qualificazione olimpica sarà nel maggio del prossimo anno. Sto lavorando bene, con il nuovo maestro Enrico Nicolini alla Mangiarotti di Milano. Io che arrivavo dal Giardino….non l’avrei mai detto”.

Molta spada azzurra è nella città lombarda: “Stiamo cercando una soluzione per tirare anche nella sala “La Meneghina” in cui si allenano Garozzo e Fichera. E’ un problema reale quello della frammentazione delle sale in Italia. Potersi allenare con tiratori di valore, almeno 2 volte la settimana, dà maggior qualità al lavoro. A 31 anni bisogna intensificare gli sforzi per stare al passo con gli altri, direi raddoppiarli, incrementando quantità e qualità”. Anche la spada nel frattempo si è evoluta: “Senza falsa modestia sono stato io a dare un contributo fondamentale affinché ciò avvenisse, soprattutto sotto il profilo tecnico”.

Scherma e atletica, basilari: “Anche il lavoro di preparazione fisica mi ha sempre visto in prima linea. Sono seguito in questo settore da Terry Rosini, italiano nato in Guadalupa e cresciuto in Francia. Ora lui è impegnato con la pallavolo e in questo periodo ho bisogno di essere maggiormente seguito. Pertanto decideremo un affiancamento o per una diversa soluzione. Devo migliorare la resistenza alla fatica”. Atleta pensante, Matteo Tagliariol ha sempre curato anche l’aspetto mentale della sua espressione agonistica, con tanto di mental coach, Mara Dell’Erba: “E’ stata una figura fondamentale durante l’infortunio. Mi ha aiutato tantissimo. Perdendo l’Olimpiade di Londra ho perso almeno 150.000 euro di sponsorizzazioni, più quelli dell’eventuale medaglia. L’unico sostegno economico è diventato così lo stipendio perché atleta dell’Aeronautica Militare. Un cambio molto sensibile anche del mio tenore di vita con tanto di mutuo della casa milanese da pagare”.

Oggi il cielo sta tornando ad essere azzurro: “Direi di sì. Pur rimanendo il rammarico per aver perso i 28 e i 29 anni che sono il massimo per uno spadista, a quasi 31 penso di poter vincere ancora ed è per questo che sto impegnandomi. Conto di arrivare a Tokyo e vincere a Rio, nel 2016. Questi sono i sogni da atleta. Ho vinto quando avevo 25 anni e poca consapevolezza di quello che stavo facendo. Magari tiravo alcune botte spettacolari e poi facevo delle sciocchezze. Oggi non è più così, sento di aver maggior equilibrio e di aver superato quella paura di non farcela che automaticamente e naturalmente aveva abbassato le mie motivazioni”.

Nel piede destro un nuovo tatuaggio, con la scritta dream legata idealmente, nel sogno, ad un aeroplanino di carta: “E’ ciò che mi sento. Un aeroplanino che non sempre può volare ma che potrebbe tornare ad andare lontano”. E con la squadra?: “Ad oggi non ne faccio neppure parte. Credo però debba trovare un suo equilibrio. Capire chi fa che cosa, definire i ruoli e puntare diritto all’obiettivo”. Intanto Matteo si comporta come un capitano e i compagni lo seguono. Lo si deve ad un campione olimpico ma soprattutto a chi ha indicato la via e vuole tornare a farlo, nel rispetto dei ruoli, delle individualità e delle differenze.


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