il marchio di fabbrica afro è ben riconoscibile
Questo è il fardello del papà, capello medio lungo degli anni balordi (e che io non posso vedé, non mi piacciono i capelli lunghi negli uomini e per que questi sono già "lunghi")
boccoloso come Lady Oscar
Se c'avevo una cosa chiara nella vita è che se avessi avuto una femmina avrei fatto di tutto per risparmiarle i dolori che io ho patito con i miei capelli, perché con due patrimoni genetici così che si mettono insieme, immaginavo che il mio erede nascesse con i rasta.
E invece:
bianco e con capelli lisci? Ma è mio?
Da quel dí i capelli sono cresciuti ma proprio non cambiano forma, dritti dritti ce li ha.Da piccola ho avuto il trauma del bagaj, ovvero nonostante mia mamma mi mettesse la gonna, le vecchie mi scambiavano per un maschio (bagaj in milanese) ed io giurai a me stessa che avrei fatto di tutto per avere i capelli lunghi, soffrendo le pene dell'inferno perché districare questa massa qua è impresa da santi. O da masochisti.
Ed io non ho mai aspirato alla santità.
Per anni ho resistito, addobbandomi la testa con treccine, codini, cerchietti, fasce, due trecce dietro le orecchie fatte pazientemente ogni mattina (mi ci sono laureata con due trecce dietro le orecchie,sembravo una undicenne), un paio di volte mia mamma disperata ha lasciato 200 mila lire a dei parrucchieri truffatori che mi hanno bruciato i capelli stirandomeli promettendomi di diventare come la Naomi, e nel migliore dei casi mi sono alzata così per anni:
fatemi capire come fa la gente ad andare matta per i capelli afro
Insomma, per anni mi sono identificata con dei caoticissimi capelli riccissimi che quando non erano costretti in minitreccine (le ho avute lunghe larghe scalate e 8 ore di lavoro per farle, piangendo e maledicendo mio padre e tutto il mio genoma afro in lingua swahili e bantú), mi obbligavano ad alzarmi mezz'ora prima, farmi la doccia per poi pettinarli. A secco è impossibile. Non sopportano il phon e quindi ho una varegata collezione di cappelli invernali sotto cui rimanevano fino all'ora di andare a dormire. Già. Due giorni di febbre e mi nascono i dreadlocks (e pure qua gente che paga per farseli fare!)
Immaginate quindi la mia costernazione quando 2 anni fa tornando da 10 giorni di campeggio selvaggio in Croazia, entro in casa, i miei avevano appena finito di cenare e io mi metto a lavare i piatti (notare la mia deformazione per l'ordine e pulizia). Mi si rompe un piatto in mano, mi taglia il tendine del pollice della mano sinistra: io sono mancina. Mi cuciono per bene e rimango 1 mese con la mano ingessata e all'insù come se stessi chiamando un taxi. Dopo 2 giorni così realizzo che sono fottuta, non mi posso pettinare e nessuno in famiglia ha la potenza e la delicatezza adeguata per pettinarmi. Soluzione radicale, il taglio. Netto.
mi sono fatta la crestina!
Insomma, ho scoperto che i miei neuroni dopo decenni sotto una cappa fitta di pelopelopelo respirano ed io sto pure bene, alla faccia delle vecchie per cui sono andata in giro per anni conciata a volte come una pecorella pur di poter incastrare la mano tra lunghi capelli annodati. E da quel giorno periodicamente vado in Italia a farmi i capelli.
E insomma tutto questo per dire che obbligo il padre a passarsi la macchinetta ogni tanto e a parte stare molto bene, siamo anche in sintonia, entrambi con i capelli cortiiiiiiiiiiiiissimi e pochissima fila in bagno e tempi di attesa per la doccia ridotti all'osso.
Ora, i capelli di Marc? Mi hanno detto che se glieli tagliamo a zero poi ricresceranno i suoi veri capelli (ricci speriamo altrimenti cominciamo a dubitare da dove venga)
Se quel giorno avvistate 3 tipi rasati a zero vestiti di arancione come gli Hare Krishna che vanno in giro cantando mantra siamo noi.