La coppa del mondo di sci alpino ha vissuto un’emozionante weekend di gare sul continente nordamericano, che sarà replicato, a partire da venerdì, con le prove veloci maschili a Beaver Creek e quelle femminili a Lake Louise. Vediamo chi è andato bene e chi, invece, ha fatto un po’ più di fatica in questo fine settimana.
Tra i maschi, impegnati con una discesa ed un supergigante in Canada, brilla la stella di Aksel-Lund Svindal. Il fuoriclasse norvegese, su una pista da lui sempre amata, si è imposto in entrambe le prove, peraltro con distacchi abbastanza netti: per quanto siano appena le prime gare veloci dell’anno, pare che in queste specialità il trentenne di Lorenskog abbia scavato un buon solco rispetto ai rivali, anche a causa del ritiro di Cuche e dei problemi fisici di Feuz. Infatti, alle spalle di Svindal, nel corso dei due giorni, ci sono state discrete sorprese: in pochi si sarebbero aspettati di vedere Max Franz, ultimo prodotto del Wunderteam austriaco, già così ad alti livelli, mentre la brillante prestazione di Adrien Theaux, complice il suo feeling con la pista, poteva essere in un certo senso preventivabile. Anche in casa Italia ci sono sicuramente delle note di merito, le quali portano i nomi di un Werner Heel che dimostra, col suo quinto posto in supergigante, di aver lasciato alle spalle la travagliata stagione 2011-2012, gettata al vento per via dello scarso feeling con i materiali; Matteo Marsaglia inizia la nuova annata con un importante piazzamento tra i dieci, che lascia davvero ben sperare.
Tra le ragazze, la palma di “regina” del weekend va equamente divisa fra Tina Maze e Kathrin Zettel: se della slovena, prima in gigante e terza in slalom, abbiamo già avuto ripetutamente modo di elogiarne lo straordinario mix tra una tecnica pressoché perfetta e una condizione atletica esuberante, si è forse parlato un po’ poco dell’austriaca ritrovata, capace, in appena due gare tra le porte larghe, di fare 45 punti in più di tutti quelli conquistata nella passata coppetta di gigante. Inoltre, tra i paletti stretti la ventiseienne della Bassa Austria ha sfornato una prestazione di una sicurezza e di un’efficacia invidiabile, che le ha permesso di riaccarezzare un successo in CdM dopo quasi tre anni. Senz’altro promossa Mikaela Shiffrin, tra le dieci in entrambe le prove, e, a proposito di giovani talenti, è bello aver rivisto Lara Gut così in alto in gigante, a pochi centesimi dal podio: la ticinese ha tutte le carte in regola per riprendere la sua “storia da predestinata” e aggiungerci nuovi, fantastici capitoli. Tra le azzurre, il voto più alto va a Irene Curtoni, pur col grande rimpianto di un podio bruciato in una porta: comunque, il quinto posto tra le porte larghe è un grande risultato, che non può essere annebbiato dall’uscita in slalom.
Quotazioni in ribasso, invece, per alcuni discesisti meno brillanti del previsto: a Lake Louise era lecito attendersi due grandi prove dal padrone di casa Jan Hudec, che invece si è dovuto accontentare di posizioni di rincalzo. Male anche Hannes Reichelt: nonostante il salisburghese non abbia mai adorato questa pista, era lecito attendersi qualcosa in più, soprattutto in discesa. Molto indietro Benni Raich, che certo non è mai stato uomo da prove veloci, ma fa comunque male vedere un campione del suo spesso-e della sua storia-chiudere per due volte consecutive abbondantemente oltre la trentesima posizione.
Parlando di note dolenti, non si può non menzionare Federica Brignone: dov’è quella gigantista stilisticamente perfetta, quasi sempre sul podio? Evidentemente, la ciste alla caviglia condiziona troppo la sciata della forte valdostana, che forse riscontra qualche problema di troppo anche nell’adattamento ai nuovi materiali: tuttavia, c’è ancora tempo ed è giusto conservare una certa dose di ottimismo nei suoi confronti, conoscendone l’immenso talento. Anche Lisa Agerer è ben lontana dalla Lisa Agerer che abbiamo avuto modo di ammirare in Coppa Europa e persino, seppur con meno regolarità, nel massimo circuito: nel gigante di sabato ha fatto davvero fatica a prendere il ritmo, portandosi a casa un distacco abissale. Urge un pronto riscatto.
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OA | Marco Regazzoni