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Sclerosi Multipla: da Pavia un interessante parere sul Metodo Zamboni

Creato il 26 febbraio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Sclerosi Multipla: da Pavia un interessante parere sul Metodo ZamboniE’ stato pubblicato sulla rivista medica “Functional Neurology” un interessante editoriale intitolato “L’Insufficienza venosa non è la causa della sclerosi multipla (SM) (ma potrebbe essere un fattore di rischio per la SM e per diversi disturbi cerebrali)”.

Secondo i ricercatori del prestigioso istituto neurologico Mondino di Pavia negli ultimi quattro anni sono stati condotti diversi studi e sono stati pubblicati molti articoli sul possibile ruolo dell’insufficienza venosa nella sclerosi multipla (SM).

In uno studio preliminare, pubblicato nel 2007 da Zamboni e altri, sono stati studiati 89 pazienti con SM e 60 soggetti sani utilizzando la tecnica di sonografia ecocolordoppler transcranica ed è stato constatato che le alterazioni emodinamiche del drenaggio venoso cerebrale erano significativamente più frequenti nei pazienti con SM rispetto ai controlli.

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Zamboni e altri hanno continuato la loro ricerca e in uno studio successivo hanno studiato 65 pazienti con SM e 235 controlli utilizzando l’ecocolordoppler transcranico ed extracranico e la flebografia selettiva extracranica mirata alle vene giugulari interne ed azygos. Hanno scoperto che tutti i pazienti con SM avevano evidenza di stenosi venose extracraniche rispetto ai controlli senza stenosi. Questa anomalia venosa anatomica e/o funzionale venosa definita dalla presenza di almeno due dei cinque criteri doppler è stata denominata insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI). La CCSVI è caratterizzata da stenosi multiple delle vie di drenaggio delle vene extracraniche, vale a dire le vene giugulari interne e le vene azygos, con alterazioni di flusso e di formazione di collaterali. Sono stati postulati un conseguente fallimento della barriera emato-encefalica ed un accumulo di ferro nel sistema nervoso centrale, che potrebbero innescare e mantenere la reazione autoimmune nella SM.

Rapidamente, la notizia di una “nuova teoria” sull’eziologia della SM, che implica possibili interventi di “liberazione” terapeutica, si è sviluppata dal contesto scientifico alle associazioni dei pazienti e al pubblico in generale. Siti web, pagine di Facebook, blog ed altri social network hanno promosso la teoria venosa. Migliaia di pazienti con SM in tutto il mondo sono stati sottoposti ad angioplastica venosa fuori da contesti di controllo scientifico e prima che la reale prevalenza ed il significato biologico della CCSVI sia stato chiaramente stabilito.

Negli ultimi due anni diversi gruppi hanno pubblicato ulteriori ricerche sulla CCSVI, i risultati dei loro studi mostrano notevoli discrepanze e significative differenze nella prevalenza della CCSVI tra i pazienti con SM e i controlli.

L’alta prevalenza della CCSVI nei pazienti con SM osservati da Zamboni e dai suoi colleghi è stata confermata da altri gruppi indipendenti, ma al tempo stesso molti altri autori non sono stati in grado di documentare la presenza di stenosi venose extracraniche utilizzando la stessa o altre metodologie. Come risultato, al momento non vi è ancora un consenso generale sulla reale esistenza del fenomeno. Purtroppo, anche parte della comunità scientifica è sembrata talvolta abbandonare la posizione laica e si è divisa, in un modo piuttosto fideistico, in fazioni “pro-CCSVI” e “anti-CCSVI”.

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Recentemente, i ricercatori di Pavia hanno avuto l’opportunità di effettuare uno studio internazionale multicentrico sulla CCSVI, raccogliendo il più grande campione finora pubblicato di pazienti affetti da SM. Nonostante le grandi differenze delle cifre sulla CCSVI tra i vari centri (suggerendo che le tecniche di valutazione dovrebbero essere migliorate), abbiamo trovato delle associazioni consistenti tra la CCSVI ed il fenotipo SM. Il tipo di associazioni presenti (l’età di esordio e la maggiore gravità della malattia nei soggetti postivi alla CCSVI) ci ha suggerito che la CCSVI possa agire sulla SM come un “fattore di rischio” in un rapporto di causalità multifattoriale.

Recentemente diversi studi hanno dimostrato la presenza di significative associazioni tra il flusso venoso anomalo extracerebrale ed altri disturbi neurologici, tra cui l’amnesia globale transitoria, la cecità transitoria, la cefalea da tosse, la cefalea da sforzo e l’ipertensione endocranica. Tuttavia, la maggior parte dei medici non assegna importanza pratica alla circolazione venosa cerebrale, probabilmente a causa della scarsa conoscenza del sistema venoso, della sua grande variabilità anatomica e delle conseguenze del suo malfunzionamento. E “facile” dimenticare il sistema venoso, così come sono considerati clinicamente più rilevanti i disturbi di afflusso del sangue arterioso e la circolazione del liquido cerebrospinale.

Secondo gli autori va da sé che spetta alla comunità medica rispondere, in modo rigorosamente scientifico, alle domande attualmente rappresentate dai pazienti con SM, ma l’influenza di un flusso venoso extracerebrale anomalo sul rischio di malattia e sulla loro evoluzione deve essere esplorato non solo nella sclerosi multipla, ma anche in altri disturbi neurologici.

La posizione dei ricercatori del Mondino è molto interessante perché aperta ad indagare senza pregiudizi su una nuova teoria per una malattia, la sclerosi multipla, che colpisce oltre 61.000 italiani e per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti.

Fonte: FUNCTIONAL NEUROLOGY, Vol. XXVI (No. 4) – 2011 October/December

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http://www.functionalneurology.it/common/php/portiere.php?ID=39ce4f15777291d4f63e7a841ee1de5e

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