E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Neuropsychiatric Disease and Treatment uno studio italiano intitolato “Funzione cognitiva e qualità di vita soggettiva nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente prima e dopo angioplastica transluminale percutanea: un rapporto preliminare“.
Secondo alcuni ricercatori del Policlinico di Catania, la sclerosi multipla (SM) è una malattia del sistema nervoso che ha effetti profondi sul funzionamento quotidiano e la qualità di vita non solo della persona a cui viene diagnosticata, ma anche della sua famiglia e dei conoscenti. A dispetto di ciò, le incertezze dell’attuale base eziologica della sclerosi multipla rendono difficile da raggiungere un’affermazione conclusiva sulla gestione terapeutica ottimale della malattia, che può variare a seconda del caso specifico e della fase della malattia. Ciò ha portato ad un interesse su nuove e potenziali strade terapeutiche, compresa l’angioplastica transluminale percutanea (PTA). Eppure, le evidenze a sostegno della PTA nella gestione della SM sono scarse e contraddittorie. Lo scopo del presente studio era quello di fornire una valutazione preliminare in merito al fatto che la PTA possa influire sulla qualità di vita soggettiva e sulla funzione cognitiva nella SM grave.
Novantacinque pazienti ambulatoriali con SM sono stati seguiti su base programmata per 24 mesi utilizzando il Milan Overall Dementia Assessment e il questionario SF-36, e sono state valutate clinicamente da un neurologo e da un psichiatra prefissati.
Nel punto finale (24 mesi), solo una minoranza di pazienti erano ancora attivi nello studio (n = 33 o 34,74%). Tra le altre misure, quelli che sono rimasti nello studio fino al completamento hanno mostrato un significativo miglioramento della scala di disabilità per pazienti affetti da sclerosi multipla (EDSS) e del Milan Overall Dementia Assessment dall’inizio dello studio rispetto a quei pazienti che non sono rimasti nello studio fino al suo completamento. Le limitazioni erano: mancanza di un qualsiasi gruppo di controllo attivo; piccola dimensione del campione; bias di Berkson; e selezione dei bias indicati.
Al termine dello studio, considerato la gravità della SM e il suo alto tasso di logoramento, ulteriori studi, compresi campioni più grandi, gruppi di controllo attivi, la regressione di Cox e l’analisi di sopravvivenza in caso di randomizzazione, dovrebbe fare ulteriore luce sull’effettiva utilità della PTA per i casi più gravi di SM.
COMMENTO SU TWITTER DEL PROF. ZAMBONI:
“La funzione cognitiva, nonostante qualche limitazione dello studio, viene migliorata dalla PTA in corso di CCSVI.”