Scooter in città senza regole. Chi guida che insegna ai figli?

Da Max Draper @maxmoto1975

Scooterista: Fastidioso come una mosca per il suo andamento scorretto e senza regola, creano numerosi pericoli nel traffico cittadino. In realtà lo scooterista non è altro che un automobilista frustrato che stufo di fare code poi si fa prendere la mano e quello che non poteva fare con l’auto lo esagera con lo scooter. L’inciviltà riportata al quadrato. Poi, c’è colui che viene scambiato per un motociclista, ma in realtà “ha la moto” e che non è da meno in fatto di inciviltà nella guida, ma grazie a Dio, fanatico ed egocentrico per l’oggetto che possiede, si limita all’uso negli orari post lavoro per andare al bar.

Purtroppo giorno per giorno assisto a Firenze, ed anche in altre città, a rocamboleschi inseguimenti stile ‘Strade di San Francisco’ o alla ‘Starsky e Hutch’, e non fatti con Dodge o Ford Torino ed in strade dedicate chiuse al traffico, ma in pieno caos dei viali e tangenziali, nei quali partecipano esseri umani di ogni età a bordo di scooter più o meno voluminosi. Possiamo dire che la testa calda del ragazzino è portata a commettere infrazioni e azioni pericolose, ma vi giuro che di adolescenti non ne vedo. Vedo ‘piloti’ ambosessi dai 30 anni a salire oltre i 60 anni,  bardati di caschi jet e magliette o giacche semplici, sandali ed infradito, mocassino o sneakers se va bene. Mi domando quanti di loro sono padri e madri, e quindi segue la domanda: ” Ma ai loro figli  che insegnano riguardo il senso civico e l’educazione stradale?”. Forse ho avuto la fortuna quando ero bimbo e con le prime uscite in bicicletta, di ricevere da mio padre una particolare educazione riguardo allo stare in strada. Già, mio Padre, grande viaggiatore a bordo di una vespa 150cc della fine degli anni ’50, che nel successivo decennio, visse lo scooter del momento in piena libertà, partendo spesso con amici muniti di Lambretta, Guzzi Galletto, per viaggi dal centro al nord Italia, con il concetto della strada, del codice e della sicurezza degli anni ’60. Eppure ho ricevuto un educazioni particolare, non solo fatta di Codice Stadale, ma di sicurezza ed incolumità propria ed altrui, quel senso civico che ormai non sta attaccato più a nessuno visto quanto si corre. Con ciò non affermo che tutto il codice lo metto in pratica, sarei ipocrita ed alzo la mano quando si chiede chi va oltre limiti di velocità, ma almeno ciò che è il rispetto altrui unito all’insegnamento di mio padre, lo metto in pratica sempre, quel semplice e comune senso di non rischiare per non farmi male, di non far male e di non creare fastidio. Ed invece vedo questi personaggi appollaiati sugli scooter che si cimentano in zigzag violenti e scontrosi, dove la testa della riga di arresto ai semafori viene contesa con indifferente interesse ma con sguardi rabbiosi. Ho scritto quel trafiletto iniziale con un po’ di ironia e penso che concludo qua, tanto sono già entrato dentro i luoghi comuni che ormai non facendoci più caso stanno passando a leggenda. Purtroppo come già ho scritto in qualche post precedente sul modo di guidare e stare in strada, viene troppo spesso selezionato a categoria. Bene, possiamo si classificare gli utenti del due ruote, ma l’inciviltà in strada non ha etichetta, che sia un due ruote o un auto. Poi purtroppo marca del mezzo o categoria può contenere più o meno teste calde pericolose ed incivili. Foto articolo: http://www.sanremonews.it - http://www.vespaforever.net/

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :