Segni particolari: portatrice di "panzetta"
Nemici: alcune scelte del passato, ma che mi hanno aiutato a crescere!
Amici: il mio fidanzato, che è prima di tutto il mio migliore amico, e mio fratello, che mi dice sempre che sono bella qualsiasi cosa metta!
Forma: mmm ancora non è molto definita, tg 46, 68 kg per 1,61 di altezza QUINDI una piccola botticella di simpatia :)
Odio: i negozi che non espongono mai le taglie superiori alla 42, il mondo è fatto anche di caciottine come me!
Amo: scrivere, vorrei farne il mio lavoro un giorno, ho tanto da dire! Forse troppo!
Amerei: avere un po' più di tempo libero da dedicare solo a me stessa..
Your modern couple
Positively Present
Magra da Morire: Il Percorso di un'Ex-Anoressica
Quando si parla di moda l'attenzione è solitamente concentrata sui vestiti, sugli accessori, sulle scarpe. Poche volte, ma da un po' di tempo con più frequenza, si parla delle modelle: ragazze bellissime, dal portamento giusto, col trucco e il parrucco perfetto.. ma terribilmente magre. Nelle sfilate troppo spesso girano dei 'manichini' con i vestiti addosso, forse dimenticando che la modella prima di tutto è una persona.
Ed è dalle sfilate e dalla moda che è iniziato in parte quel periodo della mia vita che io chiamo "il me da dimenticare".
E' iniziato tutto quando avevo 14 anni. Andavo a scuola, avevo tante amiche, e un fisico "giusto" come può esser quello di una 14enne, con i fianchi leggermente più grossi e un po' di seno. Non avevo mai avuto problemi con il mio corpo o con i vestiti, quando mi guardavo allo specchio mi sentivo una persona normale, relativamente carina, non avevo problemi a trovare le taglie nei negozi, potevo permettermi tutto.
Non mi ero mai interessata di moda, finché non sono arrivata al liceo. Ero capitata in una classe dove le ragazze erano tutte molto interessate ai vestiti, alle scarpe, al trucco, quando io mettevo solo jeans e t-shirt.. Per cercare di legare con le nuove compagne ho iniziato a guardare le sfilate su internet, a scegliere con cura cosa mettermi, a guardarmi più spesso allo specchio. Lì, qualcosa è cambiato. Mi guardavo nello specchio e mi vedevo "gonfia", con la "panzetta", i fianchi grossi, le cosce "da porchetta" e la faccia tonda.. forse tutti questi pensieri sarebbero morti come sono nati, se le mie "compagne" di classe non avessero iniziato a sottolineare i miei difetti, a prendermi in giro perché avevo iniziato a indossare le felpe per nascondere quella rotondità che tanto di me non mi piaceva. Ho iniziato a nascondermi dietro pantaloni larghi, magliette extralarge, felpone da maschio.. e più mi nascondevo più la situazione peggiorava dentro di me.
Factory 20
Mi sentivo brutta, inadeguata... così ho deciso che dovevo dimagrire, mi sono iscritta in palestra, mi sono messa a dieta. Andavo in palestra 3 volte a settimana, e sfogavo tutta la rabbia che provavo contro me stessa. La dieta però piano piano si è trasformata in rifiuto del cibo: il frigo lo aprivo solo per bere dell’acqua fresca, l’odore solo del mangiare mi faceva venire le nausee.. ai miei genitori dicevo che era la scuola che mi dava tanti pensieri, e che mi si chiudeva lo stomaco. Mamma mi diceva "te lo lascio in microonde, quando ti passa scaldalo". Io buttavo tutto nella spazzatura quando lei se ne andava.
In un mese sono scesa di 5kg sotto il mio peso-forma, ma non mi bastava mai, era sempre troppo poco. Il mio peso era diventata la mia ossessione, ero diventata anoressica senza accorgermene.
La situazione si è protratta per qualche mese, finché è arrivata una svolta, che però mi ha fatto passare dalla padella alla brace: avevo trovato un fidanzato, di un anno più grande di me, e per un po’ ho iniziato a perdere la fissa per il peso.. mi portava a pranzo e a cena fuori, e a piccoli passi ho ripreso a mangiare regolare. Mi sentivo finalmente apprezzata, i commenti dei miei compagni iniziavano a scivolarmi addosso, ero felice.
Ma un giorno, il ragazzo che tanto mi voleva bene, mi disse:"Stai ingrassando, forse così non mi piaci più così tanto". E’ stata la catastrofe per la mia autostima.
Ricominciai a guardare le riviste di moda, cercavo di nuovo di assomigliare a quel modello (sbagliato) di ragazza magra che vedevo sulle copertine. Ma c’era qualcosa di diverso in me: invece di rifiutare il cibo, per la rabbia, il dolore, mangiavo il doppio delle dosi normali, fino a sentirmi piena. Ma poi, il senso di colpa mi portava in bagno a vomitare tutto. Solo da ‘vuota’ stavo di nuovo bene.
Il vomitare però si estese anche a quando non mangiavo: prima di andare a scuola, prima di vedere il mio fidanzato, prima di uscire di casa.
Mi passava di tutto per la testa.."quel vestito non lo puoi mettere, ti fa la pancia.. tra poco ti vedrà con quel rotolino sul fianco.. qualsiasi cosa ti metti sembri grassa, ti prenderanno in giro"... naturalmente, quel ragazzo mi lasciò per un’altra. Ennesima coltellata.
Ma questa volta, ringraziando il cielo, mia madre si accorse che qualcosa non andava. Potevo nascondere il cibo, ma non il fatto di correre sempre in bagno ogni volta. Andammo dal medico insieme, un esperto in alimentazione: alle sue domande rispondevo in modo evasivo, dicevo che forse quello che mangiavo mi faceva venire la nausea. Così mi prescrisse un programma alimentare, che mia madre controllava seguissi alla lettera. E le "medicine": solo dopo seppi che erano dei calmanti.
La situazione iniziò a migliorare, vomitavo meno, ma la bulimia nervosa mi dominava ancora. Avevo da poco compiuto 16anni.
Un giorno arrivò però lui, l’angelo che mi salvò. Ci incontrammo per caso, tramite conoscenti, e divenne il mio migliore amico. Fu il primo, e l’unico, al quale riuscii a dire "io sono bulimica.. aiutami". E lui mi aiutò, mi tenne la mano quando andammo a comprarmi i vestiti, mi fece scoprire il piacere della cucina cinese, mi consolava quando pensavo di non farcela.
Observando
Oggi ho 22 anni, e da 4 anni quell'angelo è il mio fidanzato. L’ultima volta che ho vomitato è stato il 4 Novembre 2009. Quel giorno, io ho sconfitto la mia malattia. Ho imparato ad amarmi, e ora sono fin troppo una buona forchetta. Ho davvero ora quel "rotolino" sotto l’ombelico, ma non lo nascondo con ossessione.
Spero che questo "sfogo" aiuti altre ragazze, che come me non si accettavano, a capire che ognuna è diversa, ognuna è bella, a modo suo. Amatevi, e amate.