Con questo articolo, ne sono consapevole, potrei attirarmi antipatie diffuse, ma se c’è una cosa che ho imparato nei miei 39 anni, è che le cose è meglio dirle.
Se si ha un pensiero, così come dovrebbe essere, va esternato. Nel rispetto, coi toni giusti e nel modo migliore.
Ma va fatto…
Negli ultimi tempi ho avuto modo di riscontrare, con ovvio piacere, che l’ebook come concetto si sta in parte sdoganando.
Fino a due anni fa, parlare di questi supporti digitali, era come inneggiare al diavolo che avrebbe distrutto il mondo della letteratura. Oggi, invece, pare che questo piccolo grande cambiamento (perché di questo si tratta) sia accolto con sempre maggior vigore.
Ma come tutte le cose belle, anche l’ebook porta con se alcuni strascichi poco piacevoli.
Siamo alla frontiera, chi pubblica in self-publishing oggi è un pioniere, un avventuriero del mondo digitale, che esplora nuove terre e cerca di comprenderne le potenzialità.
Tanto di cappello!
Ma se è vero che questo nuovo mondo può dare tanto, è altrettanto inevitabile che, come tutte le cose, si porti dietro una lunga schiera di detrattori. E quelli, ragazzi miei, ci saranno sempre.
Rabbia che per certi versi è anche legittima, ma c’è da considerare un punto: tutto questo fa parte del meccanismo.
Inutile stare a guardare ad altri paesi “perché lì è meglio”, non serve a nulla sfogarsi o aizzare contro questo o quello.
Fin dagli albori della civiltà c’è stato chi aveva da ridire contro tutto ciò che è nuovo o innovativo. Mi immagino, fra i nostri antenati, dopo la scoperta del fuoco, i primi bifolchi che dicevano “nooo, sacrilegiooooooo!”.
Perché è così che funziona, anche se è spiacevole, e farsi venire il sangue cattivo non serve a nulla, se non a dare manforte a tutti questi lamentatori di professione.
Siete autori? Siete bravi autori? Le vendite vi danno ragione?
Ok, alla grande, sono il primo a essere felice.
Fregatevene del resto, non date corda a chi cerca con tentativi disperati di boicottare il vostro lavoro o quello altrui. Altrimenti sono loro che ci guadagnano, ogni volta che spendete fiato in tal senso.
Perché non saranno due parole o un post scritto con ironia a farli smuovere dal loro bozzolo. A quello ci penserà il tempo.
Com’è sempre stato.
Quello si compie oggi, sarà d’aiuto per chi verrà domani, alla faccia di chi invece spera in un fallimento.
Si vuole lottare contro il sistema che gira storto? Ottimo, ma è una battaglia che va combattuta con i fatti, non con le polemiche.
Quelle lasciamole alla brutta televisione, che dovrebbe averci insegnato cosa non va fatto per cambiare in meglio.
PS: il titolo è volutamente ironico. Molti degli autori che ho il piacere di conoscere già scrivono tanto e parlano poco.