Alcuni stereotipi distolgono le persone dal comprendere la fatica della scrittura e sono persuase che per scrivere non ci voglia poi molto. Forse è sufficiente avere un po’ di tempo.
Uno degli stereotipi più coriacei si annida tra amici e conoscenti, e ha come protagonista l’amico o il conoscente che sa raccontare, lui. E pure con facilità, c’è bisogno di aggiungerlo? Episodi divertenti o seri, barzellette: apre bocca e pare un libro stampato!
Ma non lo è, e un motivo ci sarà.
Qualunque episodio capiti nella nostra vita, non è una sorta di entità da trasferire dalla realtà alla pagina. Perciò quello che riesce nella combriccola degli amici, e si dimostra efficace, non lo è affatto in un libro. Superfluo aggiungere che se l’amico o il conoscente di cui stiamo parlando ha la pessima idea di scrivere (cioè: di trasferire), sulla pagina le sue storie, andrà incontro alle delusioni più cocenti. Esiste l’uscita di sicurezza: è tutto un magna magna, gli editori non capiscono nulla, ormai è tutto in mano al marketing, se non conosci qualcuno non farai strada, eccetera eccetera.
Ci sono delle verità in queste affermazioni, però il mio consiglio è il seguente:
Il rifiuto è motivato. Il motivo è che la storia è mediocre. E il termine “mediocre” è un francesismo.
Michelangelo acquistava il marmo nelle cave, lo trasferiva nel suo studio e lo lavorava. Un episodio, se non lavorato con impegno e dedizione, rischia di fare la fine di un blocco di marmo; e nessuno paga o è disposto a pagare per vederne uno.
La parola scritta è diversa dall’oralità. Quest’ultima è più immediata e può contare su mimica facciale, gesti, inflessione della voce, anche un paio di birre possono essere di grande aiuto. Ma tutto questo svanisce quando ci si siede davanti a una macchina per scrivere, o computer, e si digita.
Esatto: è un’altra faccenda. Prima viene compresa, assimilata, e meglio sarà. Tanto per cominciare, grammatica e sintassi balzano in primo piano, e diventano essenziali. Lo so, l’urgenza narrativa eccetera eccetera: ma l’urgenza vale solo se siete autisti di un’ambulanza e trasportate al pronto soccorso una persona colpita da infarto.
Nello scrittura grammatica e sintassi hanno il loro peso, e sono il mezzo per giudicare la qualità complessiva dello scritto.
Inoltre, credo che gli episodi che ci capitano nella vita debbano essere evitati nella scrittura; o frequentati con estrema prudenza. Chi bazzica questo blog sa come la penso (non solo io a dire il vero: più mi documento, e più comprendo che questa posizione è quella giusta). Non si deve scrivere di quello che si conosce. La narrativa che dura, è esplorazione, interpretazione, e si esplora e si interpreta ciò che non si conosce, o che si scopre.
Coloro che affermano di accontentarsi di ciò che si vede, non fanno narrativa, ma intrattenimento. Questo permette loro di riscuotere successo, e imitandoli forse è possibile arrivare a quel livello.
Ma allora non dovete leggere questo blog, tanto per cominciare.