È uno dei consigli di Gardner. Secco, senza tanti giri di parole.
Per chi ancora non lo sapesse, è stato l’insegnante di scrittura creativa di Raymond Carver. Qui esprime in modo perfetto quello che troviamo nelle opere di Carver, e non solo in lui.
Lì non c’è il fuoco mentale dei personaggi di Dostoevskji. Basta leggersi “Delitto e Castigo” per capire di che cosa parlo.
Siamo di fronte a uno dei capostipiti della narrazione che recita appunto: “Mostra, non parlare”. Naturalmente, questo è uno dei tanti modi di narrare che si possono abbracciare. Non esiste affatto una regola uguale per tutti.
Il rischio che invece molti corrono, perché consigliati (male) da certi insegnanti di scrittura creativa, è di non avere la capacità per trovare la propria strada.
Perché il talento ha “solo” bisogno della giusta indicazione, e poi agisce da sé. Quindi, è necessario leggere molto, anzi moltissimo. Poi ascoltare l’insegnante di scrittura creativa che dice:
Scrivete come se foste una macchina da presa.
Però se si è una fotocopiatrice, si esegue l’ordine senza discussione. Se e quando Madre Natura fornisce il talento, dopo occorre lavorare duro per far sì che quella macchina da presa restituisca al lettore la nostra visione. Il nostro sguardo. La nostra voce: unica e irripetibile. O si fa narrativa, oppure si fanno i compitini.
Allora sono inutili le scuole di scrittura?
Gli insegnanti e quant’altro sono una colossale truffa per spremere soldi agli sprovveduti?
Calma.
L’ambiente di una scuola di scrittura dovrebbe insegnare prima di tutto (ma è una mia opinione)… a leggere. E a dimenticare tutto quello che scuole, licei e università hanno insegnato. Di solito chi si rivolge a una scuola di scrittura è dotato di una qualità rara: l’umiltà. Viceversa, la maggioranza degli scrittori esordienti, non hanno bisogno di imparare nulla. Essi “sanno”. Sono nati imparati, come dicono a Napoli.
Una scuola di scrittura dovrebbe… insegnare a scrivere. Una banalità? Può darsi, però qui si tratta di cancellare tutte le storture che scuola e studi superiori hanno imposto. La realtà è che la scuola (tutta, senza esclusione), fornisce i mezzi per redigere (male), i curriculum vitae, e arrabattarsi.
Nient’altro.
Scrivete come se foste una macchina da presa.
L’indicazione appunto. E poi un duro lavoro, capace di durare per anni. Una specie di viaggio, lungo, disagevole. Quando tutti dicevano che scrivere fosse una passeggiata. Per fortuna non lo è.