Come in un film, ma è realtà. Purtroppo. La vicenda è accaduta negli Stati Uniti, dove l’accettazione di pensieri diversi è ancora un po turbolenta e controversa.
Un professore omosessuale non è stato accettato, non da studenti bulli, ma dalla scuola, la Dowling Catholic High School, per l’appunto cattolica. La scuola, colei che dovrebbe insegnare a togliere queste “diversità”, che diversità non sono, ma che, nel 2015, dovrebbero essere normalità, colei che dovrebbe educare e far capire che la discriminazione è assurda e assolutamente sbagliata.
Questa volta, però, a venire incontro al professore sono stati gli studenti che con genitori e sostenitori contro questa discriminazione si sono ritrovati sul prato appena fuori l’istituto e, sotto una pioggia battente, hanno cominciato a prendersi per mano e intonare cori e musiche a favore del prof.
Anche citazioni di Papa Francesco “Chi sono io per giudicare?”, segni di maturità ed intelligenza bellissimi.
“Dopo una verifica sui social media si è evidenziato che il candidato mantiene una relazione omosessuale ed è ufficialmente fidanzato e questo potrebbe creare confusione negli studenti”. “La catechesi della chiesa cattolica ci chiede di accettare chi ha tendenze omosessuali con rispetto, compassione e sensibilità”. “Tuttavia la chiesa insegna sulla base della legge naturale, le Scritture e 2000 anni di storia, che il matrimonio è un sacramento tra un uomo e una donna. La fede cattolica è centrale nella nostra missione come scuola cattolica e costituisce un esercizio di libertà di religione. Per portarlo avanti ci aspettiamo che lo staff e gli insegnanti sostengano il nostro credo morale come modello della nostra fede cattolica” ha riferito l’amministrazione scolastica cattolica americana.
Una storia dai profili belli e brutti. Belli per gli studenti che, oltre ogni previsione, si sono schierati con il malcapitato professore, manifestando gesti d’affetto e solidarietà, brutti per le parole, taglienti e pesanti contro il professore e l’omosessualità, con pensieri arretrati.
Per una volta ad insegnare non è la scuola agli studenti, ma gli studenti alla scuola.