Scrivere è un’attività in cui molti si dilettano, sia per piacere personale, sia per lavoro.
La realtà è scrivere è difficile e molti si affacciano a questa attività pensando l’esatto contrario e producendo obbrobri utili solo al cestino della carta straccia.
Da cosa nasce questo desiderio del fornire consigli su come scrivere un racconto? Semplice: dagli snervamenti che noi di Scrittevolmente abbiamo uniti ai tracolli quando leggiamo buona parte dei testi che ci vengono inviati ai concorsi letterari, oltre che a una buona dose di manoscritti che riceviamo per questioni più o meno personali/lavorative.
In questa prima parte vedremo come affrontare il tema del RACCONTO BREVE, ovvero testi che vanno dai 10.000 ai 60.000 caratteri e si concludono fine a sé stessi. Tema preponderante di questo capitolo sarà l’IDEA, quindi se davvero vale la pena di imbarcarvi in ciò che state per fare.
L’idea non è una cosa da sottovalutare. Personalmente provengo dal mondo delle fanfiction, dove l’idea del canone di base è già costruita da altri, per cui lo sforzo sta nel trovare una trama decente, inserendo nuovi elementi che normalmente sono devastanti (nel senso che fanno schifo).
Quindi, non avendo un’idea precostruita, dovremo andare a scrivere un originale, dando al lettore tutte le informazioni per ritrovarsi. E’ evidente che un racconto non avrà mai la stessa profondità di un romanzo (in termini di esplorazione del mondo circostante) per cui è bene iniziare con un genere con canoni ben chiari e iniziare da quello.
La cosa fondamentale è sapere di ciò che si sta scrivendo. In caso contrario lasciate perdere o fate quanto meno la fatica di informarvi sull’argomento.
Quando siete in cerca di idee chiedetevi: “Cosa voglio scrivere? Voglio stupire? Voglio mettere su carta ciò che provo? O voglio solo raccontare una storia?”
Se volete stupire evitate l’erotico. Abbiamo già avuto a che fare con fisting improbabili, bottiglie di birra da 66 cl infilate nel retto dalla parte grossa e incesti padre/figlio/fratello/cugino/madre.
Vi piace l’horror? Fantastico, pure a noi, lo splatter è cosa buona e giusta, ma che abbia un senso. Le violenze gratuite alla Saw su carta non sono godibili. Gli zombie? Splendidi anche loro, ma un po’ triti. I vampiri? Quelli non brillano e c’è un infinito background sul quale pescare.
La fantascienza? Un genere a dir poco arduo, ma forse quello più semplice in fatto di idee e più accessibile in termine di guerre, alieni, invasioni o nuove civiltà.
Il romance? Il genere più semplice in assoluto, ma le storie d’amore sono straviste, sicuri di avere qualcosa di originale da dire?
Il fantasy? Un’arma a doppio taglio dopo Tolkien, ma se non ci infilate elfi gay e nani superdotati avete a disposizione meravigliosi universi da poter inventare.
Esistono miliardi di generi e sotto generi del fantastico che vedremo nel dettaglio più avanti e che possono fare per voi, l’importante è sapere quello che per noi è magari un’idea eccezionale, per chi legge è una stronzata colossale. Sappiamo bene che il sogno di ogni scrittore è quello di shoccare il lettore, ma se non siete informati su quello che intendete scrivere, lasciate perdere gli argomenti spinosi come necrofilia/cannibalismo/sadomaso/incesti/pratiche sessuali strane/animali.