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scuola elementare

Creato il 04 maggio 2011 da Luci

un raggio di sole ha illuminato una minuscola fetta d’aria piena di pulviscolo e mi ha trasportato al banco delle scuole elementari.

a maggio si cominciava a fare il conto alla rovescia, il grembiule a ricreazione faceva sudare e “i maschi” (alle elementari siamo “maschi e femmine”, ognuno dei termini usato dall’altro sesso con malcelato disprezzo e rivalità) tornavano coi capelli bagnati, facendo arrabbiare la maestra.

il sole filtrava dalle veneziane verdi, facendo apparire proprio quel pulviscolo altrimenti invisibile che ho per caso rivisto.

mi piaceva pensare che quelle minuscole particelle volanti fossero frammenti di raggi di sole.

da bambina mi lamentavo tanto delle mie scuole elementari e il mammuth, saggia maestra, mi diceva sempre: “quando sarà passato abbastanza tempo, allora capirai”.

ho fatto delle classiche scuole elementari di paese, cinque aule e cinque maestre, un corridoio, due bagni, due bidelle, un giardino immenso e noi, mini uomini e mini donne, intruppati in “fila per due dal più basso al più alto”. io ero sempre quella in fondo, di solito per mano a tatiana.

ieri ho ripensato con infinita nostalgia a una cosa in particolare.

la restituzione dei quaderni.

ogni volta che durante l’anno scolastico finivamo un quaderno, questo andava dato alla maestra, che lo metteva in un armadietto.

alla fine dell’anno la maestra li raccoglieva tutti, li divideva per nome e a ognuno di noi riconsegnava con non poco orgoglio, la prova evidente del nostro aver imparato.

quaderni a quadretti, che voleva dire “matematica” pieni di: “problema” scritto con la penna rossa, a capo il testo, poi i calcoli e poi, di nuovo rosso “soluzione” e il voto, con la penna rossa, della maestra.

mi ricordo che fu a matematica che imparai che “qual è” si scrive senza apostrofo.

quaderni a righe, che voleva dire italiano, ma anche storia e geografia e anche scEnze, che le ricerche sulla rana e sulla mucca le feci sul quaderno a righe.

e ognuno poteva contemplare la sua piccola pila di sapere accumulato durante l’anno, ci si confrontava col compagno, per vedere se il numero di quaderni era lo stesso oppure si aprivano il primo e l’ultimo e si scopriva, con grande meraviglia, che la nostra calligrafia era cambiata durante l’anno.

i miei quaderni erano spesso dei Pigna, tinta unita, verdi, rossi, blu, neri, o con fantasie tremende, tipo scozzese, perchè il mammuth me li comprava a pacchi da dieci.

era tremendo.

il mio primo quaderno di holly hobbie mi rese felice come non mai.

qualcuno se la ricorda?

holly6-pic


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