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Scuola interculturale per promuovere l'integrazione e l'arricchimento culturale all'interno della società italiana

Da Angelo84

Le famiglie che migrano in Italia, si trovano a vivere in una realtà completamente diversa da quella di provenienza, e quindi devono imparare ad interagire con una realtà completamente nuova ai loro occhi.
Per arrivare a studiare la geografia, la storia, gli usi e i costumi del posto, prima, devono imparare a leggere e a scrivere in una lingua nuova. Tutto ciò è reso più complesso dal fatto che essi già portano con sé un bagaglio culturale, conoscenze e competenze (anche linguistiche), che sono una parte importante della loro vita, e di quella dei propri figli.
Scuola interculturale per promuovere l'integrazione e l'arricchimento culturale all'interno della società italiana
Allora come fare ad aiutargli a raggiungere quegli standards minimi di istruzione, cura, e assistenza dei minori, tenendo conto delle diversità e della variabilità etnica e culturale che essi portano con sé? Come evitare di condizionare in maniera inopportuna a conformarsi alla nostra società e cultura?
Rispondere a questi quesiti non è semplice. Viviamo in una società complessa, dove tutti siamo condizionati dalla nostra cultura, dal nostro lavoro, dalla nostra famiglia, dai nostri genitori, dalla nostra religione, ecc.; ma anche gli altri, con le loro idee, la loro cultura,la loro religione, ecc., ci condizionano l'esistenza.
All'interno della scuola italiana, la sempre più numerosa presenza di alunne e alunni stranieri sta condizionando l'intero nostro sistema scolastico.
L’Italia, di fronte a questo fenomeno di alunni non italiani che chiedono di studiare nelle nostre scuole, ha scelto fin da subito la strada della piena integrazione nella scuola di tutti, e di seguire l’educazione interculturale come dimensione trasversale per favorire l'integrazione dal momento che essa accomuna tutte le discipline.
L’integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana deve partire dalla lingua, perché i giovani studenti devono innanzitutto sviluppare le capacità di capire ed essere capiti e la padronanza efficace e approfondita dell’italiano come seconda lingua.
Imparare l'italiano come L2 significa non solo conoscere la grammatica, ma anche il lessico.
Molto spesso, quando si insegna italiano agli stranieri, non si riflette sul fatto che esistono delle parole che noi utilizziamo più comunemente, che sono presenti in molte frasi, espressioni, pensieri, ecc.; mentre altre parole sono usate più di rado.
Imparare i termini, e le espressioni più comuni di una lingua straniera diventa così un vantaggio per chi sta imparando.
In qualità di educatori, dobbiamo saper scegliere le parole da insegnare, tenendo ben presente quali sono le situazioni e gli interessi specifici.
Quello che intendo dire è che per favorire l'apprendimento del lessico, bisogna sollecitare l'alunno ad apprendere attivamente, creando degli stimoli quali: il disegno, giochi di role playing, associazioni con espressioni utilizzate nella loro lingua madre.
Non dimentichiamoci che il processo di memorizzazione, che permette all'informazione una volta appresa di passare nella memoria a lungo termine, è lento e va curato attraverso diverse strategie che tengano viva la memoria come fare attività di lettura (giornali, libri, ecc.), esercizi di visualizzazioni, osservazione dei più comuni meccanismi di formazione delle parole.
La cosa che ritengo più importante è il dialogo. Nel parlare con gli altri, non solo si migliora la conoscenza e la padronanza della lingua, ma anche si crea una rete di relazioni, e di confronti che aiutano la persona a crescere.
Ho pubblicato due saggi:
- Conflitto tra genitori e figli, la crisi del dialogo nella famiglia contemporanea;
- Crisi del dialogo in famiglia e disagio giovanile.
 In questi testi, a carattere pedagogico, parlo della difficoltà di comunicazione, di dialogo e di confronto che abbiamo oggi in famiglia tra genitori e figli. Una difficoltà che spesso è causa di malessere per i giovani, che cadono nella crisi del disagio giovanile, da cui è spesso difficile tirarsi fuori.
La scuola deve unire i giovani e le famiglie, integrare e creare le opportunità di crescita promuovendo l'integrazione sociale e la condivisione dei saperi.

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