Mobilitazione degli studenti in tutta Italia indetta dall’Unione studenti universitari e dalla Rete degli studenti sotto l’hashtag #10ottstudentiinpiazza. I ragazzi scendono in piazza ”per chiedere una scuola, un’università, un Paese diverso, che non è quello del Jobs Act o dello Sblocca Italia, per dire che siamo noi la bellezza di questo Paese e che non possiamo più permetterci di vivere nella precarietà ed essere privati dei nostri diritti”.
(ansa.it)
Studenti di tutta Italia in piazza oggi per chiedere “una scuola, un’università, un Paese diverso, che non è certo quello del Jobs Act o dello Sblocca Italia, per dire – si legge in una nota – che siamo noi la bellezza di questo Paese e che non possiamo più permetterci di vivere nella precarietà ed essere privati dei nostri diritti”. Secondo quanto dichiarano l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti medi, “più di 80.000 studentesse e studenti sono scesi in tutte le piazze italiane per dire al Governo che la #grandebellezzasiamonoi e che il Paese non può permettersi ancora una volta di tagliarci il futuro”.
Roma, “la buona scuola siamo noi”. ”La buona scuola siamo noi”: dietro questo striscione è partito il corteo degli studenti romani contro il piano scuola del governo Renzi e il Jobs Act. Centinaia di liceali stanno sfilando tra le strade della Capitale al grido di “Tutti insieme famo paura”, “No alla scuola dei padroni 10, 100mila occupazioni” ed accendendo fumogeni colorati. ”Oggi scendiamo in piazza per dire no all’ennesimo attacco all’istruzione pubblica – spiegano alcuni manifestanti – ma anche alle privatizzazioni. Noi diciamo no alla precarizzazione, alla “scuola azienda”. Ma soprattutto siamo qui per gridare al premier Matteo Renzi che la buona scuola non è quella del suo libretto e della sua proposta ma siamo noi che tutte le mattine ci alziamo per entrare in edifici vecchi e con banchi rotti”. E al Colosseo è già flash mob. ”Abbiamo esposto uno striscione per dire che la Grande Bellezza è prima di tutto partecipazione – dice Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi- Quello di oggi rappresenta l’inizio di una serie di 10 flash mob che si faranno in 10 città simbolo durante i nostri cortei. Abbiamo voluto esporre davanti al Colosseo il primo punto centrale: la partecipazione.”
Il corteo a Milano. È partito a Milano il corteo degli studenti contro la riforma della scuola del governo Renzi. Insieme agli studenti (oltre duemila secondo le forze dell’ordine) ci sono anche sigle sindacali e precari dell’istruzione, professori e ricercatori. Quella milanese è una delle piazze italiane impegnate nella contestazione alla riforma, almeno cento secondo gli organizzatori.
A Torino slogan contro il governo. ”Scuola per tutti, precarietà per nessuno”: è lo striscione che apre il corteo a Torino. I manifestanti, alcune centinaia, hanno acceso fumogeni e scandiscono slogan contro il premier Renzi e il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Nel corteo anche insegnanti precari e diverse bandiere del Cobas.
A Palermo lancio uova contro la Banca d’Italia. Uova contro l’ingresso della Banca d’Italia in via Cavour a Palermo. A lanciarle sono stati gli studenti in corteo per per protestare “contro le politiche di tagli e di privatizzazioni, che in piena continuità con i governi precedenti, sono tutte poste a tutelare ancora una volta gli interessi delle banche a discapito degli studenti e delle loro famiglie costrette a pagare tasse onerose e vivere in condizioni sempre più precarie”.
Corteo Cobas anche a Cagliari. Bandiere rosse dei Cobas e di altre sigle, tamburi e striscioni anche a Cagliari: è partito poco dopo le 10 il corteo contro il progetto della nuova scuola di Renzi. Alcune centinaia di docenti, studenti e personale Ata si sono schierati in piazza Garibaldi e si sono diretti in marcia verso viale Trento, sede della Regione. Le rivendicazioni non sono soltanto nazionali ma anche locali. “Non ci sembra – ha spiegato alla partenza Nicola Giua, dei Cobas – che l’esecutivo stia facendo moltissimo. Senza finanziamenti, si vive alla giornata”.
Le richieste degli studenti: la condizione giovanile non può essere uno slogan fine a sé stesso. “Il Premier – dichiara Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari - non può usare la condizione giovanile come uno slogan fine a sé stesso. E’ ora che la politica si prenda le sue responsabilità dando risposte reali ad una generazione precaria privata del proprio futuro. La stessa generazione che domani sarà in piazza per dire che è la Grande Bellezza di questo Paese e che ha fame di diritti e cambiamento”. ”E’ necessario – conclude Scuccimarra – ripartire investendo sull’istruzione tutta, dalla scuola all’università, questo è l’unico cambiamento che chiederemo oggi nelle piazze e che continueremo a chiedere anche il 25 ottobre insieme ai lavoratori perché non possiamo permetterci di vivere nella precarietà, che ci impedisce di investire sui nostri desideri e sulle nostre aspettative. Non possiamo permetterci di barattare i nostri diritti con quelli degli altri, perché li vogliamo per tutte e tutti. Il cambiamento siamo noi e tagliandoci il futuro non può esserci nessun reale cambiamento!”.
La politica ha dimenticato gli studenti italiani. “Negli anni gli studenti italiani – spiega Alberto Irone Portavoce della Rete degli studenti - sono stati dimenticati, messi da parte ed esclusi, come molti altri soggetti. Vogliamo riprenderci il nostro ruolo di motore della società, vogliamo dimostrare al paese e alla politica che siamo noi la Grande Bellezza di questo paese. Vogliamo quindi una scuola all’altezza delle nostre idee, vogliamo una scuola che sia un luogo aperto e vivo, non il palcoscenico di competizioni e individualismo”. ”Vogliamo una scuola all’altezza degli standard europei e – sottolinea Irone – veramente innovativa, non restaurata da provvedimenti saltuari. Vogliamo restituire le Grandi Bellezze di questo paese a chi, necessariamente, le vive e toglierle al degrado e alla criminalità, nelle quali per troppo tempo sono state imprigionate. Abbiamo bisogno di: diritto allo studio, accesso alla cultura, spazi di aggregazione e un vero investimento politico e culturale del paese tutto in noi giovani. Oggi saremo nelle nostre piazze per ribadirlo, non ci stancheremo mai di dire che la Grande Bellezza siamo noi!”.