qualche ora di silenzio passata a sistemare casa, montare l’albero di natale, fare il presepe (sì, io faccio il presepe, lo faccio da sempre, se siete nuovi e state cadendo dalla sedia cercate “presepe” in questo blogghino e ne leggerete delle belle) e, soprattutto, preparare una cena per dodici persone, che poi alla fine erano undici ma stai a vedere il capello, contenente:
suoceri
cognata (di cui era il compleanno) con fidanzato
zii e cugini del marito.
capirete che l’ansia da prestazione era ai massimi storici.
casa pulita (per angelo: non ti preoccupare, non ho sfrattato le pulci, le ho solo nascoste), addobbi di natale fatti, cena preparata e tavola imbandita.
è andata bene, tutti mi sono parsi allegri e contenti e anche io lo ero.
alla fine resta un tavolo in sala da pranzo che sembra un campo di battaglia, tra bicchieri, bottiglie, gusci di noci, candele moccolone, avanzi, molliche di pane, sedie spostate e piatti sporchi.
come deve essere. un gran casino.
abbiamo fatto anche il feuerzangenbowle, (ehm, Luciadue, se stai leggendo… mi porteresti un paio di coni di zucchero di konsum che ho bruciato l’unico che mi era rimasto? ;) ) e io ero fiera come una cretina di spiegare che cos’è, come si prepara e quando si beve.
ho attaccato alle pareti un po’ di dresda, un adventskalender della frauenkirche che mi regalò Aemilia, alcuni cartoncini della casa della giraffa e sul mobilino giallo (di cui poi vi racconterò) c’è l’albero di natale viola che avevo l’anno scorso.
un po’ di casa qui, un po’ di casa lì.
buonanotte!