di Maria Pia Caporuscio. Per la prima volta nella storia dell’Europa un gruppo di banchieri e politici non eletti impongono le loro leggi in nome della crisi mondiale. I paesi europei quindi, non sono più governati da legittime istituzioni democratiche, ma da una serie di sigle che ne hanno usurpato il posto. Sigle quali: Efst, Efsm, Bce, Eba o Fmi, dove solo degli esperti sono in grado di decrittare questi acronimi. Quel che è certo è che queste istituzioni e le loro decisioni non sono previste in nessuna costituzione del mondo. Questi esseri invisibili, non permettono a nessuno di contestarli e i soli attori a cui prestano ascolto sono i “mercati”, il cui potere si esprime nelle oscillazioni dei tassi d’interesse e dei corsi delle valute. E’ per davvero inquietante la rassegnazione con cui gli europei hanno accettato la loro espropriazione politica. Forse perché avvenuto sotto silenzio, senza violenza e in tutta segretezza. Secondo i trattati Esm (il meccanismo europeo di stabilità) lo stato di diritto e le regole che formavano le democrazie non hanno più ragione d’essere, comprese quelle sottoscritte come il “Principio di sussidiarietà” nei trattati di Roma o la clausola del “no bailout” nei trattati di Maastricht, vengono tranquillamente infrante. Invece quelle adottate da questo “comitato di salvezza” e non ratificate da alcun parlamento, entrano immediatamente in vigore. Alla pari degli antichi regimi coloniali, questi soggetti, non sono obbligati a giustificare all’opinione pubblica le loro decisioni. I “padrini” di questa moderna mafia, godono dell’assoluta immunità giuridica (art.32 bis 35 del trattato Esm). L’espropriazione politica dei cittadini, iniziata con l’introduzione dell’euro, è stato un mercimonio politico della classe dirigente dei paesi europei, che incapaci di ammettere e di correggere gli errori di nascita di questa moneta, pretendono a tutti i costi di continuare questo scellerato percorso. Per loro non esistono alternative e ripetono fino alla nausea frasi di tipo “Se fallisce l’euro fallisce l’Europa”. Un semplice slogan per convincere l’opinione pubblica, ad inseguire l’avventura di una classe politica, che ha perduto la bussola. Una classe politica che dimentica venti secoli di storia senza euro. Questa assurda ostinazione di continuare su questa via, mette in evidenza quali siano le vere ragioni: l’espropriazione economica di un continente. La popolazione che sta già pagando duramente queste scelte, è consapevole di essere trascinata verso l’abisso e che penderanno sul suo capo tutte le conseguenze dei delitti commessi, da questa indegna classe dirigente. Necessita quindi prendere una decisione, iniziando a svegliarsi da questa siesta mentale e fisica. Necessita riuscire ad imporre a questi “salvatori” il rispetto di quel “Principio di sussidiarietà” di cui l’Unione europea non ha mai tenuto conto, altrimenti né l’addio alla democrazia, né l’espropriazione politica ed economica dei cittadini europei, sarebbe stata possibile. La favola che “Non c’è alternativa” e “se fallisce l’euro fallisce l’Europa” non ha senso, in quanto la popolazione europea, ha dimostrato di saper sopportare e combattere tragedie ben più grandi e sanguinose dell’attuale crisi. E’ consapevole che, benché con gravi costi, conflitti e dolorosi tagli, riuscirà a venir fuori da questo vicolo cieco dove questi “padrini” l’hanno trascinata.
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di Maria Pia Caporuscio. Per la prima volta nella storia dell’Europa un gruppo di banchieri e politici non eletti impongono le loro leggi in nome della crisi mondiale. I paesi europei quindi, non sono più governati da legittime istituzioni democratiche, ma da una serie di sigle che ne hanno usurpato il posto. Sigle quali: Efst, Efsm, Bce, Eba o Fmi, dove solo degli esperti sono in grado di decrittare questi acronimi. Quel che è certo è che queste istituzioni e le loro decisioni non sono previste in nessuna costituzione del mondo. Questi esseri invisibili, non permettono a nessuno di contestarli e i soli attori a cui prestano ascolto sono i “mercati”, il cui potere si esprime nelle oscillazioni dei tassi d’interesse e dei corsi delle valute. E’ per davvero inquietante la rassegnazione con cui gli europei hanno accettato la loro espropriazione politica. Forse perché avvenuto sotto silenzio, senza violenza e in tutta segretezza. Secondo i trattati Esm (il meccanismo europeo di stabilità) lo stato di diritto e le regole che formavano le democrazie non hanno più ragione d’essere, comprese quelle sottoscritte come il “Principio di sussidiarietà” nei trattati di Roma o la clausola del “no bailout” nei trattati di Maastricht, vengono tranquillamente infrante. Invece quelle adottate da questo “comitato di salvezza” e non ratificate da alcun parlamento, entrano immediatamente in vigore. Alla pari degli antichi regimi coloniali, questi soggetti, non sono obbligati a giustificare all’opinione pubblica le loro decisioni. I “padrini” di questa moderna mafia, godono dell’assoluta immunità giuridica (art.32 bis 35 del trattato Esm). L’espropriazione politica dei cittadini, iniziata con l’introduzione dell’euro, è stato un mercimonio politico della classe dirigente dei paesi europei, che incapaci di ammettere e di correggere gli errori di nascita di questa moneta, pretendono a tutti i costi di continuare questo scellerato percorso. Per loro non esistono alternative e ripetono fino alla nausea frasi di tipo “Se fallisce l’euro fallisce l’Europa”. Un semplice slogan per convincere l’opinione pubblica, ad inseguire l’avventura di una classe politica, che ha perduto la bussola. Una classe politica che dimentica venti secoli di storia senza euro. Questa assurda ostinazione di continuare su questa via, mette in evidenza quali siano le vere ragioni: l’espropriazione economica di un continente. La popolazione che sta già pagando duramente queste scelte, è consapevole di essere trascinata verso l’abisso e che penderanno sul suo capo tutte le conseguenze dei delitti commessi, da questa indegna classe dirigente. Necessita quindi prendere una decisione, iniziando a svegliarsi da questa siesta mentale e fisica. Necessita riuscire ad imporre a questi “salvatori” il rispetto di quel “Principio di sussidiarietà” di cui l’Unione europea non ha mai tenuto conto, altrimenti né l’addio alla democrazia, né l’espropriazione politica ed economica dei cittadini europei, sarebbe stata possibile. La favola che “Non c’è alternativa” e “se fallisce l’euro fallisce l’Europa” non ha senso, in quanto la popolazione europea, ha dimostrato di saper sopportare e combattere tragedie ben più grandi e sanguinose dell’attuale crisi. E’ consapevole che, benché con gravi costi, conflitti e dolorosi tagli, riuscirà a venir fuori da questo vicolo cieco dove questi “padrini” l’hanno trascinata.
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