Immaginiamo per assurdo che ad uccidere Osama non siano stati gli americani ma un pakistano (che chiameremo Yousaf). Yousaf si presenta davanti ad un generale americano dicendogli di aver ucciso Osama e di aver buttato il suo corpo in un fiume. La notizia fa il giro del mondo, ma nessuno crede alle parole di Yousaf. Nessuno crede alle sue parole perché Yousaf non ha fornito nessuna prova: nessuna foto, nessun video e nessun cadavere.
Yousaf viene creduto pazzo e rinchiuso in un manicomio. Insomma, è facile non credere a Yousaf mentre è piu’ difficile non credere agli americani perchè gli americani sono gli americani e la loro parola non può essere messa in dubbio. Però, se volessimo essere un po’ meno creduloni nei confronti degli americani sarebbe facile capire che gli americani hanno confessato un omicidio, ma non hanno fornito prove che lo dimostrassero. Perché è facile dire di aver fatto la prova del DNA ma è difficile dimostrarlo ed è facile dire di aver buttato il corpo in mare ma è difficile dimostrarlo. In fondo sarebbe bastato poco per eliminare ogni dubbio: una foto o meglio ancora un video. Sono proprio gli americani ad alimentare le tesi dei complottisti, che dal canto loro rimarranno complottisti fino a prova contraria.
Appare evidente che l’uccisione di Osama, qualora gli americani decidessero di continuare a non fornire nessuna prova sull’omicidio, rimarrà per sempre un altro 11 settembre.