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Se fossi leghista mi incazzerei

Creato il 11 agosto 2010 da Silvanascricci @silvanascricci

Se fossi leghista mi incazzerei

Vorrei sapere che cosa pensa, nel profondo del suo cuore, un leghista, che cosa pensa di aver portato a casa da questo governo che sta per finire.

La madre di tutte le sue battaglie, il federalismo, è fermo al palo da tanto di quel tempo che quasi non si ricorda più, esattamente, che cosa significhi.

Sì avranno anche fatto la legge ma, ancora oggi e chissà per quanto tempo, mancano ancora i decreti applicativi (e dovevano farli lo scorso anno) e quindi è lettera morta e carta straccia.

L’altro cavallo di battaglia, la lotta alla clandestinità, latita; è vero che la televisione non dà più notizie di sbarchi di clandestini ma lo sa benissimo, guardandosi attorno, che continuano ad arrivare, e lui, duro e puro, rimane legato ai tiramenti del dittatore libico che apre e chiude le porte secondo il suo tornaconto personale e nazionale.

Chissà che cosa prova nell’intimo della sua psiche, mentre Maroni dichiara di lottare strenuamente contro la mafia, quando legge che l’odiata criminalità terrona si è insinuata, ha conquistato e la fa da padrona nella sua città d’elezione: Milano.

Chissà che cosa si smuove nel suo animo, pensando al suo programma, quando passa una legge sulla privatizzazione dell’acqua mentre leggeva nel sito padano le parole “l’acqua non può cedere alle logiche di mercato: è un bene comune e, come tale, va gestito pubblicamente”.

Chissà che cosa prova, nel profondo della sua indole, quando vede i suoi deputati sguazzare e bearsi nella Roma ladrona in cui si trovano benissimo; quando vede il suo partito fottere allegramente tutti i contadini delle valli e delle pianure che hanno sempre pagato le multe per le quote latte; quando si accorge che alle sue amate regioni non arriva un soldo dei tanti promessi.

Chissà cosa pensa quando è da solo nel suo lettino e non assieme agli altri nelle piazze.

Chissà a cosa pensa davvero, da diciotto anni a questa parte.



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