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Se il buonsenso fa scandalo

Creato il 21 settembre 2011 da Lanterna
Sollecitata da diversi articoli su Elisabeth Badinter, ho deciso di leggere un suo saggio. Ho letto il più recente tra quelli della mia biblioteca, La strada degli errori: un saggio del 2003 che si interroga sulle conseguenze del femminismo.
In verità, non mi è sembrato che la Badinter esprimesse chissà quale originalità di posizione. Nel senso: credo che qualsiasi persona di buonsenso, conoscendo i fatti, possa arrivare alle stesse conclusioni.
Quello che mi è piaciuto di lei è soprattutto questa teoria della somiglianza dei generi, dell'essere tutti esseri umani, tutto sommato con meccanismi simili, e piantiamola con tutta la retorica della superiorità/particolarità dell'essere femmine.
In particolare, Madame Badinter mi conforta in una delle mie teorie più care: noi donne del 2000, partite convinte di aver raggiunto la parità, ci siamo fatte fregare dalla retorica della maternità e del ritorno alla natura. Non parlo (solo) dell'allattamento, che fino a un certo punto è una questione di salute ma da lì in poi è un fatto culturale/affettivo. Parlo soprattutto di un pensiero strisciante che ti fa sentire inadeguata se nei primi 3 anni di vita di tuo figlio non ti dedichi completamente a lui.
A parte il fatto che non so quale Stato permetta un'astensione dal lavoro così lunga, questo è un concetto che ritengo proprio sbagliato. Prima di tutto, perché i genitori sono due e ritengo che mio marito non sia carente in nulla che riguardi la cura dei nostri figli. Secondariamente, perché l'affetto che un bambino riceve non è determinato/limitato dalla genitorialità o dalle relazioni di parentela: trovo bellissimo che ci siano persone che stanno volentieri con i miei bambini e con cui loro sono contenti, indipendentemente dal fatto che talvolta queste persone le pago. In terzo luogo, perché questa comunione esclusiva di amorosi sensi tra madre e figlio è un falso ideologico costruito ad arte. Dubito che la donna delle caverne se ne stesse dentro il nido bella tranquilla fino ai 3 anni dei suoi molti bambini. Immagino che più facilmente se li portasse addosso finché non sapevano camminare e poi o si facesse seguire (insieme alle altre donne) oppure li mollava agli anziani che rimanevano al villaggio. Ancora di più, dubito che la donna delle caverne avesse un suo nido d'amore in cui stare tranquilla: probabilmente la vita dei nostri antenati era ancora più comunitaria delle famose famiglie allargate tanto rimpiante (ma intanto nessuna di noi vivrebbe in casa della suocera).
Inoltre, evitare questo legame esclusivo madre-figlio e ammettere che i padri possono stare sullo stesso piano delle madri porterebbe un sacco di benefici culturali: a parte i progressi burocratici nell'ottenimento della parità, si darebbero picconate indelebili a tutta quella cultura machista che le femministe denunciano.
Io nel mio piccolo vivo tutti i giorni una situazione di interscambiabilità tra me e mio marito. E, a parte gli scherzi, io non mi sento meno donna o meno madre né lui mi sembra offeso nella sua virilità.
Boh, saremo strani noi. Ma decisamente felici.

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