“Se il primo amore non si scorda mai…” ho pensato prima che entrassero le modelle.
Poi le ho guardate, le ho ammirate…
poi ho pensato “mi ricordano l’organicità di Wright, mi sembra di rivedere il Guggenheim”.
Soltanto in seguito ho letto la cartella stampa e allora ho esclamato “Sabrina Persechino non smentisce la sua maestria”. Certamente perché se l’idea della stilista era ricordare Frank Lloyd Wright è indubbio che non avrebbe potuto fare meglio di così: le linee perfette, una costruzione disegnativa e stilistica unica. È l’anima da architetto di Sabrina Persechino che si fonde alla sua creatività stilistica: nella sua nuova collezione infatti ciò che si vede con maggiore evidenza è l’architettura organica delle forme.
Con tale terminologia, in architettura, si intende quella particolare disciplina che si occupa di eliminare lo squilibrio fra natura e uomo. Compie, in questo senso, un grande passo in avanti rispetto all’era della modernità sterile e asettica promuovendo l’armonia fra le parti. Ed infatti come in un grandissimo omaggio a Wright si leggono le marcate raffinatezze e la geometria chiarissima e coerente. La passione per il metodo compositivo – così come dice Watkin per Wright – deve essere fatta risalire alla primissima formazione da architetto della Persechino. E così come Wright “infrange la scatola” (termine che egli utilizzava per dare il senso del proprio lavoro organico sulle geometrie delle abitazioni) Sabrina Persechino infrange quella sottilissima linea di confine – da lei invero pochissimo sentita – tra moda e architettura.
Modulo, segno ispiratore e generatore, Matrice è un elemento progettuale preso in prestito dalla natura e dal quale si sviluppano forme architettoniche complesse. Fonte di ispirazione per la collezione è stato il processo compositivo di Frank Lloyd Wright, la cui idea di tradurre in architettura le forme naturali organiche trova riscontro nel Solomon R. Guggenheim Museum. Dall’osservazione del celebre Museo newyorkese al nautilus fino alla spirale logaritmica, prendono vita abiti caratterizzati da ampie volute avvolgenti le spalle ed elementi tortili delineanti la longilineità della silhouette.
Fasce prospetticamente parallele e ortogonalmente concentriche sono gli elementi che la stilista-architetto individua come leit-motiv della nuova collezione autunno-inverno 2014-15. Il “gioco” nel progettare gli abiti è stato quello di inserire la figura umana in un rettangolo aureo, più volte sezionato, e di enfatizzare la femminilità attraverso l’espressione nelle linee del corpo. Gli abiti infatti si caratterizzano per fasce materiche, talvolta monocromatiche e convergenti, altre volte policrome e concentriche. Tuttavia non manca una evoluzione grafica della spirale classica, aiutati dai layout digitali, in cui setti e camere suggeriscono ampie volute avvolgenti le spalle ed elementi tortili delineanti la longilineità della figura.
Tra i tessuti utilizzati prevalgono le sete: duchesse, mikado, shantung, cady, chiffon; oltre che pelli laminate e appositamente conciate e laserate. La cartella colori si ispira alla conchiglia del nautilus: rosso scuro come le strisce ornamentali del guscio esterno e madreperla rosata; immancabilmente il classico nero e il candido bianco. I ritmi composti sulla sequenza di Fibonacci hanno come trait d’union le musiche concesse da Nicola Piovani. La spirale logaritmica è intimamente legata ai numeri di Fibonacci, in cui ogni termine è dato dalla somma dei due precedenti (1,1,2,3,5,8…).
Un meritato plauso inoltre è riservato a Sergio Valente e Lorena Leonardis, creatori rispettivamente delle acconciature – di grande sensibilità nel saper interpretare con destreezza il tema architettonico proposto dalla Persechino – e del trucco – studiatissimo per esaltare la bellezza femminile evidenziando lo sguardo con toni equilibrati e naturali. C.F.