Magazine Diario personale

Se internet aiuta a non dimenticare...

Da Afrodite
"Pronto, buongiorno, chiamo dalla Calabria...".
Oddio, sarà la solita rompiscatole del call center che mi vuole cambiare piano telefonico! Dovevo immaginarlo, il numero comparso sul display mi è sconosciuto e ha uno strano prefisso... .
Sto per rispondere "Grazie, non mi interessa", formula di rito che tengo in serbo per gli scocciatori inopportuni, ma la voce femminile mi precede.
"Non so se si ricorda di Giuseppe E. ... . Io sono sua figlia".
Certo che mi ricordo! Devo fare un notevole balzo all'indietro con la mente, ma basta un attimo e rivedo davanti a me, venticinquenne, un ragazzo di circa sedici anni, capello lungo come si usava allora, leggera somiglianza con Dustin Hoffman, naso importante, profilo volitivo...
Giuseppe, uno degli studenti della scuola popolare, che insieme ad altri ragazzi e ragazze avevo contribuito a realizzare in un quartiere periferico di Milano.
"Ho visto in Internet che lei ha scritto un libro e vorrei regalarlo a mio padre, ma nelle librerie in cui l'ho cercato non si trova. Come devo fare?".
L'emozione è davvero grande e mi metto a chiacchierare con Anita che ancora quasi non si raccapezza dell'esito felice delle sue ricerche nel vasto mare del web.
Il libro si può acquistare anche online, ma ad Anita dico che glielo spedirò io, così potrò scrivere una dedica al padre.
Oggi sono andata in posta e ho fatto la raccomandata. Sulla prima pagina del libro ho scritto: "A Giuseppe, nel ricordo di anni in cui ai giovani era concesso avere grandi ideali e grandi speranze".
Internet è anche questo. Memoria.
Copiare gli scritti altrui non solo è vietato dalla legge, ma è indice di scarso senso etico. Se ti piace quello che ho scritto e lo vuoi riprodurre altrove, fallo pure, ma per favore cita la fonte.

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