Le ‘ndrine calabresi infiltrano il nord di Italia, non è certo cosa nuova ma ormai sembra che le certezze siano quotidiane “La risposta fornita dagli atti dicausa non lascia spazio a dubbi in ordine alla sussistenza della responsabilità” di Nevio Coral, ex sindaco di Leinì (Torino)condannato lo scorso 22 novembre a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo scrivono i giudici della quinta sezione penale del tribunale di Torino nelle motivazioni della sentenza del processo Minotauro sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in provincia di Torino. Altre 35 persone sono state condannate.(ansa) Una certezza dunque, nel torinese per anni l’ndrine calabre hanno ricostruito il loro humus e sopratutto hanno realizzato una struttura criminale di stampo mafioso. Strutture criminali di importazione che hanno trovato sede anche in Piemonte terra che non ha tradizioni simili, da ricordare è però che i vertici dell’ndrine sebbene in Piemonte sarebbero sempre detenuti da calabresi.
Nel torinese ci sarebbe un’altro tipo di ‘ndrangheta, diversa da quella classica, così sarebbe quella che pare essere emersa dagli atti del processo, dove comunque si evince come che i soggetti hanno ‘importato’ tipologie di reati, linguaggi, riti e doti tipici della terra di origine della ‘ndrangheta ed operato secondo le sue tradizioni, mantenendo legami stabili con organismi di vertice della ‘ndrangheta calabrese”. Intanto però sempre dagli atti si capirebbe persino una nuova modalità di azione dell’ndrine calabresi non ci sarebbe più la la “visione parcellizzata della ‘ndrangheta”: “alla luce delle nuove emergenze processuali – si legge nella sentenza – la ‘ndrangheta non può più ritenersi solo un insieme di ‘locali’ o cosche, ma deve essere considerata struttura unitaria di cui queste sono articolazioni territoriali”.(adnk)