Sono passati 66 anni da quel 27 gennaio 1945,giorno in cui le alleate aprirono i cancelli di AUSCHWITZ,lager simbolo dello sterminio nazista.E ben 69 anni sono passati dalla progettazione e attuazione della <<soluzione finale>>,voluta da Hitler per cancellare definitivamente la presenza ebrea dalla faccia della terra.Una ferita che non si rimarginerà mai del tutto.Ma che rischia di diventare una pagina sbiadita nella storia dell'uomo.
Tutti gli eventi storici hanno un ostacolo che,se non superato,li cancella lentamente dalla memoria collettiva.Tale ostacolo è il ricambio generazionale.Fino a quando le persone che hanno vissuto un determinato evento storico sono vive,la memoria si preserva.Perchè sono loro che raccontano ai giovani quello che hanno vissuto.Ma gli anni passano.Nuove generazioni si affermano.La memoria storica non è più solida come prima.Coloro che hanno vissuto l'evento storico in prima persona cominciano a passare a miglior vita.E i giovani non sono molto interessati a raccontare un qualcosa che è successo ad altri.Ciò potrebbe succedere anche con gli stermini e i genocidi del '900.
Penso sia opportuno specificare – prima di tornare al tema centrale del discorso:il rischio di perdere la memoria storica- che,il 27 gennaio è si la data in cui si ricorda l'Olocausto ma,nel '900 troviamo i 5 milioni di contadini morti nei gulag sovietici,le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki,la pulizia etnica in Jugoslavia,le foibe...Quindi:che nel giorno della memoria non ci si dimentichi di tutti coloro che sono morti solo perchè colpevoli di avere un'idea politica diversa,di appartenere ad una razza <<inferiore>>,di essere fedeli ad un'altra religione....
Chiusa questa piccola,ma importante parentesi,torniamo al tema centrale dell'articolo.
Sono passati circa 70 anni da quel tragico periodo.Piano piano,quella generazione di persone se ne sta andando.Arriverà il momento in cui nessuno la potrà più rappresentare nella vita terrena.Toccherà ai giovani quindi continuare a tener viva la memoria dello sterminio,per poi trasmetterla alle generazioni future.Si deve creare una catena che non finisce mai.Ma questa catena,anno dopo anno,diventa sempre più fragile.I giovani non hanno interesse a ricordare eventi <<vecchi>> anche se tragici.Tanto,ci sono i libri di storia.Ma un libro di storia,non potrà mai da solo,tener viva la catena della memoria.
Serve la dialettica giovanile,il passaparola tra la vecchia e la nuova generazione.
Ricordare il passato aiuta a costruire un futuro migliore,evitando di ripetere gli errori e le pazzie compiute.
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