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Se la cultura fa rima con dittatura. Ferita l’onorabilità di Bondi, angelo del Minculpop.

Creato il 10 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Se la cultura fa rima con dittatura. Ferita l’onorabilità di Bondi, angelo del Minculpop.Ci sono note e note, politici e politici, ministri e ministri, finti tonti e non. Dopo una rigeneratrice full-immersion di due giorni nel cinema visto e parlato, in cui siamo comunque rimasti in contatto con un'Italia che ci piace sempre meno, abbiamo appreso che Sandro Bondi non andrà a Cannes schifato dalla presenza di Draquila di Sabina Guzzanti, che Berlusconi vuole chiudere Parla con me e deportare Ascanio Celestini a Irkutsk  e che sempre Bondi non c’entra nulla con l’affaraccio sporco del commissariamento degli Uffizi e la nomina di Riccardo Miccichè a commissario. Che Bondi non vada a Cannes è una notizia che ci solleva, anche perché ci riesce difficile vedere il ministro della cultura del governo Berlusconi inserito in un contesto in cui si parla di cultura, soprattutto quella cinematografica. La sua idea che vadano sostenuti i film che sbancano il botteghino è quantomeno singolare, per non dire bizzarra, dal momento che avvalora il vecchio adagio che tende a emblematizzare l’acqua del fiume che va ad arricchire il mare e non le lande desolate. Che a Berlusconi non piaccia la satira fatta da altri (visto che lui non è capace di farla accontentandosi di essere il presentatore di La sai l’ultima) è cosa risaputa, tanto che attraverso il cimitero dei morti viventi-Capezzone, non perde occasione di tuonare contro tutto quello che abbia la parvenza di essere una cosa intelligente. Ma quello che ci ha fatto capire di avere a che fare con una politica a cui l’arte e la cultura interessa come la Merkel a Berlusconi, è l’ultima nota di Bondi a proposito dell’inchiesta sul commissariamento degli Uffizi a Firenze. Chiaramente scritta di suo pugno, la nota di SB (stesse iniziali del Capo, quando si dice il destino), recita testualmente: “Oggi alcuni quotidiani danno il meglio di sé nell’esercizio di lordare anche la mia onestà. Avrò il tempo per medicare le ferite alla mia onorabilità che, attraverso alcuni articoli, mi sono state inferte. Nel frattempo, desidero rivendicare il merito di aver proceduto al commissariamento dell’area archeologica di Pompei, dei Fori Romani, di Brera e degli Uffizi”. Da sempre in preda alla sindrome di D’Annunzio, Bondi scrive le sue note adottando lo stesso linguaggio delle poesie dedicate a Berlusconi e a Cicchitto. Usa termini come “lordare”, “ferite inferte”, “onorabilità” che dovrebbero dare l’impressione di trovarsi di fronte un uomo di cultura mentre non sono che la testimonianza di un’arretratezza da discorso del suo conterraneo Pavolini alle maestranze del Maggio Musicale. Per Bondi, che è l’esatto contrario della cultura, il guaio è nato quando è scattata l’inchiesta della magistratura sulle nomine dei commissari degli enti di cui sopra, in particolare per quella del commissario degli Uffizi. A Firenze, il ministero retto da Bondi, ha pensato di inviare un ingegnare (manco architetto) agrigentino che si è scoperto essere in odore di mafia. Riccardo Miccichè, oltre che non essere né un architetto né uno storico dell’arte, si è accertato non essere in possesso della “comprovata esperienza necessaria” a gestire un patrimonio culturale mondiale come quello rappresentato appunto dagli Uffizi. La sua nomina è avvenuta, come riportato ampiamente dai giornali, con il “bene placito” del Ministero retto da SB. Pronta la retromarcia di Bondi che lo ha immediatamente rimosso facendo intendere che le “credenziali” non sono cose che interessano il ministero e soprattutto che, se nessuno lo avesse scoperto, Miccichè avrebbe continuato a fare un lavoro per il quale “non ha la comprovata esperienza”. Pronte le difese d’ufficio di Capezzone: “Desidero esprimere al ministro totale solidarietà, grottesco e anche maldestro il tentativo di certa stampa di coinvolgerlo”, e del compare di merende 2232 noto anche come Fabrizio Cicchitto: “Respingiamo nel modo più netto il gioco al massacro in corso. Oggi alcuni giornali esercitano una inaccettabile operazione nei confronti del ministro Bondi, di cui è nota la cristallina onestà”. Retorica a retorica, come “ceneri alle ceneri”, ma quello è Pinter, chissà se Bondi lo conosce…

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