Lele Mora annuncia la sua discesa in campo col Pdl.
«Se mi vorranno sono pronto a questa scelta, dopo che mi avranno assolto o prosciolto, visto che chi è inquisito non può fare il mestiere di politico o almeno, non dovrebbe».
Ora, va bene che Lele Mora non capisce la politica e ritiene Benito Mussolini un incrocio fra Einstein, Gandhi e Giulio Cesare, ma per fare un’affermazione del genere, quanto fuori deve stare? Come un palo dell’Enel. Ammesso e non concesso che l’affermazione sia sincera, bisogna ammettere che c’è più senso della morale in Lele Mora che nell’intero PDL. Sarà forse per un fatto d’anagramma nominativo, chissà. Non avrei mai detto che l’entrata in Parlamento di un probabile magnaccia avrebbe risollevato il livello della decenza della compagine PDL. Sorprese della vita.