Unione Sarda, 29 maggio 2011 – A meno di un anno di distanza dall’uscita del romanzo Il primo passo nel bosco (Il Maestrale), Alessandro De Roma spiazza tutti e si presenta con un nuovo lavoro, Quando tutto tace , e una nuova casa editrice, Bompiani. Lo scrittore sardo, che oggi vive in Francia, dà alle stampe un libro che sorprende e disorienta, un racconto sviante che mette in campo i rapporti segreti che corrono fra lo scrittore e i personaggi figli della sua immaginazione.
Lo spunto che innesca la storia è rappresentato dall’apparizione improvvisa di un angelo che si affaccia alla soglia di uno squallido appartamento di Trastevere, a Roma. Un angelo non convenzionale, “bruttino, un po’ zoppo, un po’ nano”, che si presenta col nome di Teresa De Carolis per intervistare Nello Bruni, ex cantante ed ex presentatore di desolanti quiz televisivi. Bruni è da tempo caduto in disgrazia e dopo la morte della sua unica figlia, Giada, è in procinto di suicidarsi. L’irruzione dell’angelo Teresa persuade Bruni a lasciarsi andare al racconto della propria vita. La sua storia si dipana a partire da una lontana partecipazione al Festival di Sanremo del 1978 col complesso dei Cuccioli di Tigre, per arrivare ai giorni dell’oblio, e a quel paragrafetto sulla Piccola enciclopedia della televisione e dello spettacolo di Luigino Spaventa, tre righe in tutto che riassumono la miseria della sua vita artistica.
Ben presto però il congegno narrativo che alimenta la storia si corrompe, i fatti prendono una svolta imprevista. Nel racconto compare l’autore in persona (con tanto di nome e cognome) che si mette a dialogare con i personaggi. Il metaracconto prende il sopravvento sulla vicenda convenzionale, finché, in una Roma insolitamente innevata a ridosso del Natale, accade l’impossibile: gli sventurati personaggi del romanzo scoprono improvvisamente che l’intero genere umano è scomparso, e insieme ad esso è svanito nel nulla tutto ciò che, fino a quel momento, aveva in qualche modo tenuto in piedi la loro storia. I personaggi, ormai abbandonati dall’autore e in balia di se stessi, vagano in questa città irreale, in attesa che accada loro qualcosa di definitivo.
Alle spalle di tutto questo, come dichiarato dall’autore stesso in una nota di chiusura del libro, c’è l’opera di Guido Morselli – scrittore italiano assai poco compreso in vita e morto suicida nel 1973 – Dissipatio H.G. (dove la sigla sta per Humanis Generis) che narra la vicenda di un uomo, scampato alla propria tendenza autodistruttiva, che scopre di essere l’unico reduce rimasto vivo in un mondo in cui gli umani si sono dissolti. Il tempo eterno dei personaggi di De Roma rappresenta così il limbo che ospita e accoglie idealmente tutte le creature fantastiche concepite nella storia della letteratura d’invenzione.
La scrittura di De Roma conferma quell’equilibrio di grazia e forza già ammirato nelle prove precedenti. In questo non-romanzo, tuttavia, la misura ibrida fra sperimentalismo letterario e impianto tradizionale appare, in certi momenti, eccessivamente sbilanciata a favore del primo. De Roma non è nuovo all’indagine sul valore della verità in letteratura. Alcune riflessioni sul senso profondo della scrittura erano già rintracciabili nel suo romanzo d’esordio, Vita e morte di Ludovico Lauter, pubblicato nel 2007, che la critica aveva salutato come l’atto di nascita di un narratore di razza.
ANDREA POMELLA