Ancora non si era placata la preoccupazione per l’attivista gay che ha fatto irruzione con una pistola carica presso il Family Research Council di Washington, con l’intento di uccidere tutti i sostenitori del matrimonio tradizionale, che un’altra notizia tragica riaccende i riflettori: a Toronto una donna, Faye Arellano, è stata accoltellata da un uomo mentre protestava contro l’aborto.
L’uomo l’ha bagnata con dell’acqua scagliandole poi la bottiglia in faccia, la afferrata per i capelli sbattendola a terra e l’ha malmenata prima di accoltellarla. La donna è stata immediatamente ricoverata ed è fortunatamente fuori pericolo di vita e l’aggressore è stato arrestato.
Brutte notizie anche dall’Australia: Bryan Kemper, un pro-life americano, è stato anche lui ferito da militanti a favore dell’aborto che hanno aggredito lui e altri cittadini mentre manifestavano pacificamente durante una Marcia pro-life nella città di Melbourne. Kemper, come altri manifestanti, sono stati buttati per terra e presi a calci ripetutamente. Gli attivisti pro-death, vestiti di nero e cosparsi di borchie e tatuaggi, hanno ostacolato la marcia, minacciato ed insultato le famiglie presenti, scoppiato i palloncini ai bambini e distrutto i manifesti e gli striscioni dei manifestanti.
Questo video documenta alcune scene dell’assalto degli attivisti pro-choice
Episodi di intolleranza anche all’Indiana University, dove uno studente ha vandalizzato e distrutto alcuni cartelloni e manifesti pro-life esposti da un’associazione studentesca.
In Spagna sono avvenuti episodi simili: durante una conferenza sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, alcuni attivisti per l’aborto hanno urlato minacce e insulti contro la Chiesa cattolica come ad esempio: “bruciamo la Conferenza Episcopale sessista e patriarcale”. Cinque giorni dopo tale incitamento alla violenza, una bomba artigianale è stata collocata nella Basilica del Pilar.
Negli USA un avvocato, Eleanor Alter, ha ricevuto minacce di morte dopo aver sostenuto che la sua cliente era traumatizzata a causa della Sindrome Post Aborto, riportando tale disturbo all’interno del dibattito dell’opinione pubblica.
La redazione