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Se non altro

Creato il 18 luglio 2010 da Fabry2010

Se non altro

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Nelle omelie bisogna fare esempi. Prendiamo la parabola del buon samaritano: demolisce in due battute il sacerdote e il levita, giustificati solo in parte dalla cosiddetta regola di purità, per cui chi toccava un cadavere si contaminava ritualmente. A nessun contemporaneo appare logico far morire un uomo per partecipare a un culto: è il momento migliore per l’esempio.
- State viaggiando in auto e scorgete sul lato della strada una macchina in panne, con qualcuno che non sa come cavarsela. Non sospettate che potrebbe essere un furfante pronto ad aggredirvi e derubarvi, approfittando della vostra cortesia? Non è il motivo per cui tirate dritto, pensando che tanto ci sarà qualcuno con più tempo e muscoli, magari con un’arma per difendersi, e dunque molto più indicato per prestare soccorso allo sconosciuto bloccato sulla strada? Vedete? Il sacerdote e il levita siamo noi.
L’esempio li ha inchiodati e non possono far altro che annuire, magari contro voglia. La stessa parabola porge un’altra occasione da non perdere. Il dottore della legge chiede: E chi è il mio prossimo? Tu spieghi che in quel tempo l’idea di prossimo era assai circostanziata: si trattava del membro del popolo eletto o lo straniero capace di integrarsi. Tutti gli altri restavano fuori, ai margini, indegni di attenzione. Sul volto dei fedeli si disegnerà l’espressione disgustata di chi constata un’arretratezza morale e culturale ripugnante. A quel punto, applichi l’esempio.
Ascoltate la notizia di un incidente, una sciagura aerea, un’attentato. Quale precisazione segue subito l’annuncio, come fossero elementi inseparabili? Nessun italiano tra le vittime; oppure: coinvolti tre italiani recatisi là per le vacanze. Nel primo caso, tiriamo un sospiro di sollievo, nel secondo ci rammarichiamo, sperando non si tratti di qualche conoscente. Che significa? Che abbiamo la stessa idea di prossimo. Vedete? Il dottore della legge siamo noi.
Dopo un poco, l’assemblea s’impratichisce e non ridacchia più del sacerdote e del levita, non disprezza il dottore della legge; l’effetto si moltiplica, si estende al collega d’ufficio, all’impiegato allo sportello, al salumiere, al marito, alla suocera, alla moglie. La forza dell’esempio ha trasformato un collegio giudicante in un’ équipe di cooperatori pronti a comprendere e soccorrere chiunque. Teoricamente, se non altro.



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