Non ci siamo certo dimenticati della famosa macchina del fango di Antonio Ricci anche perchè non è finita, anzi, la faccenda va pure oltre la semplice macchina del fango.
E’ arrivata una querela ad una giornalista di Newsweek per aver osato denunciare come il nostro Paese, in particolare in tv, tratta le donne.
Mentre la signora cenava, un agente si è presentato nel suo appartamento davanti ai suoi figli piccoli. “Insomma, ero sotto indagine per diffamazione aggravata del produttore e creatore di Striscia, e rischiavo di finire in prigione per tre anni”: così sul Daily Beast la giornalista Barbie Nadenau Latza racconta la denuncia ricevuta da Antonio Ricci per quanto un articolo scritto su Newsweek .Un altro agente le disse che si trattava di “una minaccia, una forma di intimidazione”.
L’articolo parlava del “problema di Berlusconi con le donne”, e cominciava in questo modo:
“Sono le 8:30 di sera, e tutti gli occhi sono puntati verso il più popolare programma satirico italiano, Striscia la Notizia . Due uomini di mezza età si trovano sotto una luce stroboscopica, uno dei quali ha in mano una treccia d’aglio di forma fallica. Una donna scivola sul pavimento sullo stomaco, indossando un costume di paillettes con un perizoma e una profonda scollatura che arriva fin sotto l’ombelico. Mentre lei si alza, uno degli uomini ciondola l’aglio di fronte a bocca aperta. Lei lo prende tra le mani e la strofina sul suo viso. “Vai, girati, fatti guardare un po’”, l’altro uomo, dice, e tocca il sedere. “Grazie, bambola”.
———> Andate su Youtube e cercate “la filippona” troverete un sacco di video delle sue apparizioni a Striscia compreso quello di cui parlava la Nadeau, che si trova pure nel documentario di Lorella Zanardo. Scoprirete che non si tratta nè di diffamazioni nè di menzogne.
La donna racconta che ad una conferenza, non ha volutamente parlato di Striscia la Notizia proprio per la causa che le avevano appena notificato. In qualsiasi altra democrazia occidentale, scrive Nadeau, simili intimidazioni sarebbero considerate uno scandalo. “In Italia, è il modo in cui funzionano le cose”.
Si tratta di un episodio gravissimo che va oltre alla semplice macchina del fango. E’ evidente come sia difficile poter denunciare la condizione femminile italiana citando la responsabilità del governo berlusconiano senza subire una denuncia. In poche parole: sii nuda e muta se no ti denuncio!
Immaginatevi: tre anni di galera a chi vorrebbe difendere i diritti delle donne..ma nemmeno a Teheran..e massima libertà a chi offende e umilia le donne compresi quelli che compiono atti di violenza quotidiana.
Ma sopratutto: perchè metà della stampa sta zitta? Ah dimenticavo quel 80° posto al mondo per libertà di stampa..
Questa è dittatura non c’è altro da dire!
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