Il dubbio l'aveva instillato Raffaele Bonanni, capo cislino, quando sostenne che una manovra tutta tasse come quella di Monti poteva farla pure suo zio (e lasciamo stare che adesso Bonanni sia un suo gran sostenitore, siamo pur sempre in Italia... chissà però cosa ne pensa lo zio...). Poi nemmeno un mese fa ha dato il via alla sua campagna elettorale partendo dallo stabilimento Fiat di Melfi, indicato come modello per il futuro, pomposamente spalleggiato da padron Marchionne. In quell'occasione dichiarò che "Oggi, da Melfi, parte un'operazione che non è per i deboli di cuore, ma noi sappiamo che può emergere un'Italia forte di cuore".E chissà adesso quante aritmie cardiache si registreranno tra i cuori operai, dopo la notizia che staranno in cassa integrazione per i prossimi due anni... Poi qualche sera fa ha ammesso a Porta a Porta che sì, nel 1994 anche lui ha votato per il Pifferaio di Arcore, gli aveva creduto.Ma la campagna del '94 non era quella del "meno tasse per tutti", del "milione di posti di lavoro" e di tutte quelle minch... baggianate che persino un adolescente dotato di buon senso non faticava a riconoscere come tali? E davvero il megarettore bocconiano se le tracanò tutte in un sorso? Oggi infine ha avuto l'ardire di affermare che "non è detto che a governare sarà chi avrà più voti...".Ah no? E noi poveri fessi che invece credevamo che andasse proprio così!Però sarebbe bello se il caro Professorone multimilionario approfondisse questa sua teoria e ci illuminasse. Chi ci deve andare al governo? Chi prenderà meno voti tra i tre principali contendenti e quindi lui? Oppure ce la giochiamo a tressette? Però non tutto il male vien per nuocere, c'è anche una buona notizia: ha detto che lui al governo con Vendola non ci andrà mai. E visto che invece Vendola e il suo partito (è un dato di fatto) al governo ci andranno perchè sono parte integrante di una coalizione inscindibile che, attraverso le primarie, è stata anche certificata dal voto di più di 3 milioni di elettori, ce ne faremo una ragione e rinunceremo al contributo (destro) del buon Mario. Peccato però che a parlare sia la stessa persona che ha ripetuto per un anno intero che non si sarebbe ricandidato...
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Il dubbio l'aveva instillato Raffaele Bonanni, capo cislino, quando sostenne che una manovra tutta tasse come quella di Monti poteva farla pure suo zio (e lasciamo stare che adesso Bonanni sia un suo gran sostenitore, siamo pur sempre in Italia... chissà però cosa ne pensa lo zio...). Poi nemmeno un mese fa ha dato il via alla sua campagna elettorale partendo dallo stabilimento Fiat di Melfi, indicato come modello per il futuro, pomposamente spalleggiato da padron Marchionne. In quell'occasione dichiarò che "Oggi, da Melfi, parte un'operazione che non è per i deboli di cuore, ma noi sappiamo che può emergere un'Italia forte di cuore".E chissà adesso quante aritmie cardiache si registreranno tra i cuori operai, dopo la notizia che staranno in cassa integrazione per i prossimi due anni... Poi qualche sera fa ha ammesso a Porta a Porta che sì, nel 1994 anche lui ha votato per il Pifferaio di Arcore, gli aveva creduto.Ma la campagna del '94 non era quella del "meno tasse per tutti", del "milione di posti di lavoro" e di tutte quelle minch... baggianate che persino un adolescente dotato di buon senso non faticava a riconoscere come tali? E davvero il megarettore bocconiano se le tracanò tutte in un sorso? Oggi infine ha avuto l'ardire di affermare che "non è detto che a governare sarà chi avrà più voti...".Ah no? E noi poveri fessi che invece credevamo che andasse proprio così!Però sarebbe bello se il caro Professorone multimilionario approfondisse questa sua teoria e ci illuminasse. Chi ci deve andare al governo? Chi prenderà meno voti tra i tre principali contendenti e quindi lui? Oppure ce la giochiamo a tressette? Però non tutto il male vien per nuocere, c'è anche una buona notizia: ha detto che lui al governo con Vendola non ci andrà mai. E visto che invece Vendola e il suo partito (è un dato di fatto) al governo ci andranno perchè sono parte integrante di una coalizione inscindibile che, attraverso le primarie, è stata anche certificata dal voto di più di 3 milioni di elettori, ce ne faremo una ragione e rinunceremo al contributo (destro) del buon Mario. Peccato però che a parlare sia la stessa persona che ha ripetuto per un anno intero che non si sarebbe ricandidato...
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