Continuo con la serie di post che sembrano del tutto fuori posto su questo blog, ma così non è.
Time Machine è l’applicazione dei sistemi OS X per il backup. In realtà è preferibile dire “per l’archiviazione e il recupero dei dati”, poiché Time Machine ha una serie di caratteristiche che si discostano dai programmi di backup davvero professionali.
Per esempio, non è in grado di comprimere i file (e questo vuol dire che 10 GB di filmati occuperanno… 10 GB di spazio).
Nemmeno è possibile riavviare il Mac dal disco rigido esterno su cui è stata effettuata l’archiviazione (e a volte c’è la necessità di avviare in qualche modo!). I limiti, se vogliamo chiamarli così, hanno però un senso.
Apple ha deciso di creare qualcosa di una banalità sconcertante, e che non richiede da parte di chi usa il Mac molta esperienza.
Si collega il disco rigido esterno al Mac e compare una finestra che chiede se lo vogliamo usare per Time Machine. Accettiamo l’offerta e l’applicazione si metterà all’opera. Non interferirà mai con lo svolgimento del nostro lavoro. La prima volta si prenderà molto tempo poiché salverà tutti i file presenti sul disco rigido interno del Mac.
Le volte successive effettuerà un’archiviazione incrementale: vuol dire che salvaguarderà solo i file nuovi o modificati.
È possibile escludere delle cartelle da Time Machine. Occorre aprire le Preferenze di Sistema nel Dock (gli ingranaggi dentati), poi premere sull’icona di Time Machine e premere il tasto “Opzioni” a destra.
A sinistra in basso c’è il segno “+” per inserire in questo elenco quello che si vuole che escludere dall’archiviazione di Time Machine. Possiamo escludere cartelle ma anche singoli file. Se questi ultimi non sono consecutivi, basta premere il tasto Cmd (quello accanto alla barra spaziatrice) ed evidenziare quelli da non archiviare. Alla prossima.Filed under: società e cultura, vita sociale Tagged: apple, os x