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Se scrivi hai bisogno anche di Twitter

Da Marcofre

se scrivi hai bisogno di twitter

Come faccio a spiegare a mia moglie che, quando sono su Twitter, sto lavorando?

 

La frase dello scrittore Joseph Conrad (“Come faccio a spiegare a mia moglie che, quando guardo fuori dalla finestra, sto lavorando?”), riveduta e adattata ai tempi del Web.

Perché se un blog lo apri per un milione di buone ragioni, ma anche senza averne una, tutto cambia quando scegli di essere editore di te stesso.

Come forse saprai, occorre allora una strategia, e in essa le reti sociali hanno una parte importante.

Perché uno scrittore apre un account su Twitter?

Perché si deve.

O funziona.

Oppure perché ci sono tutti.

Questi non sono buoni motivi, o meglio: lo sono se il tuo scopo è di partecipare al rumore e/o aumentarlo.

Quando al contrario decidi davvero di essere editore di te stesso, dovresti usare uno strumento come Twitter per:

  • far conoscere il tuo brand;
  • conversare;
  • aggregare fans attorno al tuo brand.

Ecco, così va leggermente meglio. In realtà potresti avere anche scopi più mirati, ma è anche possibile, cammin facendo, modificarli. Diciamo che, per iniziare, può andare.

La seconda fase, di solito, è quella di seguire più persone possibili.

Che errore.

Quello che devi capire al volo, è che le persone che scegli di seguire, devono produrre contenuti che possono essere utili a te, e che tu puoi condividere con chi ti segue.

Non soltanto questo: scegli le persone che possano aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.

Qual è l’obiettivo di uno scrittore? Vendere.

Occorre perciò seguire anche esperti di marketing, mentre limitarsi a seguire chi scrive vuol dire… limitarsi.

Se non vendi significa che nessuno ti legge.

Però attenzione, ripeti con me:

Twitter non fa vendere.

Twitter non fa vendere.

Twitter non fa vendere.

Non ti senti già meglio? E lo sai perché? Perché è la verità.

Una rete sociale come Twitter, o Facebook, non induce le persone a comprare. Niente di tutto questo. Ci sono persone, e pure aziende, che credono sia necessario esserci per piazzare il loro prodotto.


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