Magazine Diario personale

Se Steve Jobs fosse nato a Napoli

Da Aquilanonvedente

Se Steve Jobs fosse nato a NapoliPer una serie di motivi che ora non sto qui a elencarvi, ero curioso di leggere questo libretto. Così, dopo averlo cercato senza esito in biblioteca (“Troppo recente” mi hanno detto), visto che la piccola sabato insisteva per andare alla Feltrinelli (e come dirle di no?), mi sono lasciato tentare e l’ho comprato.

Poi, complice una serata tranquilla e una nottata insonne, me lo sono letto tutto.

Di che parla questo libretto? Di due ragazzi poco più che ventenni di Napoli, Stefano Lavori e Stefano Vozzini, che hanno inventato (soprattutto il primo dei due) un computer rivoluzionario: velocissimo, leggerissimo, che non prende virus.

Stefano Lavori è praticamente la traduzione italiana del nome Steve Jobs, mentre Stefano Vozzini è la traduzione del nome del suo amico-socio, Steve Wozniak (un po’ come se noi traducessimo in italiano il nome di Tom Cruise: Tommaso Crociera. Chi farebbe fare un film in Italia a uno con un nome così?).

Ecco, quella dei nomi è forse l’unica trovata originale del libro. Per il resto, niente di nuovo (sul fronte occidentale). I due vogliono costruire questo computer, iniziare a commercializzarlo e sperare che una multinazionale compri il loro brevetto. Ma i due ragazzi non stanno in America, stanno in Italia, a Napoli e in particolare ai Quartieri Spagnoli. E quindi si scontrano dapprima con la banca, che presta soldi soltanto a chi li ha già; poi con la Regione, che distribuisce fondi soltanto a chi “unge le ruote” a qualche funzionario; poi con lo Stato, che impone una serie di balzelli, tasse, controlli da fare scappare la voglia di fare qualsiasi cosa; infine con la camorra, che pretende il pizzo su qualsiasi attività si muova nella sua zona d’influenza.

Niente di nuovo, insomma. Alla fine i due saranno costretti a rinunciare al loro sogno, ma la forza di volontà è più forte di qualsiasi difficoltà e…

Una storia amarognola che si legge agevolmente, che strappa qualche sorriso, ma che, in buona sostanza, non dice nulla di nuovo rispetto a quello che già si sa. La sua lettura, però, mi ha rinfrancato, perché mi sono detto che se hanno pubblicato questo libro e ha anche avuto un discreto successo e hanno pure venduto i diritti cinematografici, beh, come dire, io dovrei stare a posto con il mio. Dovrei.

Speriamo…

P.S.: non trovando il libro sugli scaffali della libreria, ho chiesto alla cassa: “Dove posso trovare Se Steve Jobs fosse nato a Napoli?”

Hanno smanettato sul computer e mi hanno risposto: “Sezione informatica.”

Sezione informatica?

:shock:

Sarebbe come se questo qui lo mettessimo nella sezione guide turistiche. Oppure se questo qui lo mettessimo nella sezione cucina. Oppure se questo lo mettessimo nella sezione storia antica.

Mah…

Clic!



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