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Se vi sanguinano le gengive (sul rapporto col dolore)

Da Elenatorresani

doccia

Quando ero piccola e mi lavavo i denti, capitava che mi sanguinassero le gengive.
Mia mamma arrivava di fianco a me e mi diceva sempre: “Sfrega più forte, falle sanguinare bene, fai spurgare tutto il marcio
Lei soffriva di piorrea, io avevo ancora i denti da latte: di marcio in bocca non avevo ancora niente.
Quando pronunciava la frase “falle sanguinare bene”, digrignava i denti: lo diceva con un certo gusto espiatorio, piena del piacere sadico della purga. Le brillavano gli occhi.
Il DNA non si smentisce, e da adulta mi è venuta la parodontite.
Pur essendo cresciuta con l’insegnamento che se qualcosa fa male bisogna soffrire per bene per purgare e spurgare il marcio, sono andata dal dentista che mi ha curato le gengive deboli e sanguinanti e la situazione è molto migliorata.
Crescendo, ho imparato che soffrire tanto non è il modo per avvicinare la fine della sofferenza o per togliere il marcio o per imparare qualcosa o per diventare grandi e saggi: questa agghiacciante eredità (forse un po’ cattolico-derivata), l’ho rimpiazzata con la consapevolezza che il marcio non si purga mai se non lo si cura.
Il marcio va curato, alcune volte chiedendo aiuto.
Perché senza cura la sofferenza non serve a niente: non guarisce, non nobilita, non risana.
Non serve a niente portare la croce: che se proprio volete bruciare calorie, non è necessario salire sul Golgota.
Se vi sanguinano le gengive, andate dal dentista: smetteranno di sanguinare e voi starete meglio.

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