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Sebastian Vettel: lo spirito del campione

Da Carlo69 @F1Raceit

E’ troppo facile dare un giudizio negativo sul comportamento di Vettel, un comportamento che analizzato superficialmente sarebbe solo da condannare.

Ma in realta’ quello che oggi ha fatto vedere Vettel e’ stato il DNA del campione di F1, quello che non guarda in faccia a nessuno e che ha come unico obiettivo quello di vincere e di battere gli altri, che sia il proprio compagno di squadra o gli avversari.

Forse per la prima volta oggi Vettel ha dimostrato quel carattere che molti gli rimproveravano di non avere anche se lo ha fatto nella maniera e nelle circostanze piu’ sbagliate.

Ma il grande errore secondo me lo ha fatto la Red Bull. Un pacchiano errore di comunicazione e di autorita’ che la Mercedes con Ross Brawn non ha fatto. E’ chiaro che c’erano degli ordini di scuderia, e’ chiaro che l’obiettivo era quello di portare a casa entrambe le monoposto, ma e’ altrettanto chiaro che Vettel era nettamente piu’ veloce di Webber e piu’ di una volta e’ intervenuto via radio chiedendo che gli si facesse strada. La Red Bull, in netto debito nei confronti di Webber, ha deciso di ignorare quelle richieste, facendo scattare in Vettel il famoso DNA del campione. Quello che appunto non guarda in faccia a nessuno e che vuole vincere.

Questa storia tra Webber e Vettel va letta solo in questa ottica. Una cronica incapacita’ da parte della Red Bull di gestire Vettel e di riconoscere che effettivamente Webber e’ una seconda guida. Se ne e’ accorto anche lo stesso Webber, anche se non credo ce ne fosse bisogno, dichiarando tra le righe che comunque glielo permettono.

La pausa prima della gara di Shangai arriva come una manna dal cielo per la Red Bull che dovra’ mettere in chiaro parecchie cose internamente.

Ho letto da qualche parte che e’ una situazione simile a quella di Imola 82, durante il famoso duello Pironi-Villeneuve. Direi che non e’ un paragone che puo’ starci. Quel duello avvenne in un momento in cui gli equilibri in Ferrari erano ancora molto flebili, senza una precisa gerarchia all’interno della squadra anche se Villeneuve era “storicamente” la prima guida Ferrari. Nel caso della Red Bull ci troviamo invece di fronte ad una gerarchia ben definita e cioe’ un tre volte campione del mondo, protetto dai vertici della squadra, ed un pilota che e’ una seconda guida, lo sa, ma nessuno vuole ammetterlo.

Un ultima nota. John Watson una volta fece una dichiarazione che mi colpi’ molto: disse che il vero campione e’ quello che non solo batte gli avversari in pista ma anche quello che sa ridimensionare “politicamente” il proprio compagno di squadra, facendo si che il team lavori per lui. Questo e’ proprio quello che Vettel ha fatto, al netto degli appoggi di Helmut Marko.

 


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