A volte senza accorgermi toteggio.Riscrivo Toti in toto. E l’upoetìam’avvezza al vezzo come fosse mia.Totalmente toticipo. L’ex spettro
che s’aggira sul paroletariatom’ha vitato a suo tempo nel maneggiodi quella poi-e-sia che ci dà l’ismoe basta, perché lo si onaneggicosì tristícoli nostri, svicolandoper i vicoli del disperamentoin verso alla gran via delle irradiose e zigzaganti sorti( e siamo morti).O testi! O tasti ! O praecox intristitiosine poemio nec spresa, e dunque siasbranamento di versi tra di versisi levino gli stili in sin-cronìaa lacerare il vero il velo il vellodell’artifex mendato e demendatoe spurgato d’albatro e d’alba gìa.O la dealbatio d’altrui foglio! O sogno?O totem e tabù! L’imperimentoChiede carte segrete, è galeot(t)o,non insegne Tot’al, e via nel vento!Non catafratti ma catafrangibilivoleva il pianetrottoròttolodelle lettere nostre a franchi bolli.E ai pro motori immobili, che scòttolosarà richiesto per il simpateticosimposio impoetico? Per il perimentodi poeticocannibalogìa?Che chiederemo in cambio? L’anesteticoche ci ex dolo rizzi la spoesìa?àBY LOGOS.Espo-esproprio trans poetico, a cura di Silvio Ramat, Cesare Rufatto, Luciano Troisio( e, inzialmente, Fernando Bandini e Andrea Zanzotto), Lacaita Editore 1979: pagg.64-65.│
Sebastiano Vassalli(=3) che
riscrive Gianni Toti(=4)
Il risultato iniziale dell’esperimento era molto più cospicuo rispetto a quanto pubblicato: difatti, i curatori, per esigenze di stampa, dovettero scegliere, per ogni autore, un determinato numero di riscritture, rispetto al numero di riscritture in un primo momento richiesto e sollecitato. Così, dalle mie riscritture non pubblicate capitò che uno degli altri poeti riscritti fosse proprio Sebastiano Vassalli(il cui testo anonimo aveva il titolo "Quei tempi"). Ecco la mia Stimmung, del 1979, con Sebastiano Vassalli:(6/3)QUEI TEMPIAllora le cose a caso lì attorno e anche fuoriattorno le dissi non ho paura e nemmeno pietàdentro di me a quei tempi ho detto in seguitoparole che così pubbliche a quei tempi mi sonosentito insultato con i termini d’uso porco bastardoe insignificante e altri simili mi sono colpito nell’iranel posto in cui l’ira aveva la sua responsabilitào la sequenza in cui colpivo e balbettavo e non sapevopiù dove balbettarmi e non riuscivo a colpirmia quei tempi correvano nuvole sopra venti soffiavanofiumi sotto uccelli che sorvolavano acque stagnantiin questo mio pantano che è il luogo a ciò dispostocon animali e draghi e fuochi infiniti esplodevanotra mani e occhi e sguardi e bocche e frammentidi passi andanti e tornanti e anche sotto i porticiin via Roma a quei tempi nella memoria abitavoa Torino i fatti e i detti e i motti e i botti e c’eranostelle grandissime come laghi di luce riflessa o itreni che costeggiavano laghi e la stazione quinel pantano di Villapiana anche con grandi giornate di ventoio camminavo per edifici c’erano stanze e personedentro le stanze e desideri nelle persone poi c’erala statale 106 a quei tempi prendevo il treno e in seguitosolitario era il poeta solitaria la stazione c’era l’ombrapoi niente
Il numero 6 ero io, V.S.Gaudio; il numero 3 era lui, Sebastiano Vassalli.
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Sebastiano Vassalli riscrisse anche Eugenio Miccini, che era l’anonimo numero 1; Cesare Ruffato, l’anonimo 11; Jolanda Insana, l’anonima numero 22.I poeti che fecero la Stimmung con il testo “QUEI TEMPI” di Vassalli furono Luciano Troisio, Silvio Ramat, Achille Serrao e Antonio Porta;Pietro Cimatti e Gregorio Scalise ne cooptarono un paio di righe nella composizione che era la Stimmung con tutti i testi dei poeti anonimi partecipanti.