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Seconda infusione effettuata per la piccola Sofia, ma la battaglia non è finita. A rischio la prosecuzione delle cure

Creato il 15 marzo 2013 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

conservazione cordone ombelicale: il caso di SofiaIeri Sofia è stata finalmente sottoposta alla seconda infusione di cellule staminali presso gli Spedali Civili di Brescia. Ma la sua battaglia non è ancora terminata: non è prevista infatti la prosecuzione della terapia, a meno di una presa di posizione decisa delle autorità giuridiche o sanitarie nei confronti degli Spedali Civili.

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Questo, in breve, l’accaduto. Dopo l’infusione di staminali di ieri (nella foto che vi proponiamo un post preso dalla pagina facebook di Giulio Golia, l’inviato de Le Iene che sta seguendo il caso di Sofia) l’ospedale ha comunicato alla famiglia di Sofia il suo rifiuto formale di eseguire le altre infusioni di cellule staminali poiché sull’ospedale bresciano pesa ancora il blocco posto in seguito all’ispezione dei Nas di alcuni mesi fa, che aveva ritenuto i laboratori della struttura non adatti a trattare le cellule staminali.

Manca, quindi, una presa di posizione generale (e non particolare come quella che ha autorizzato una singola infusione nel caso di Sofia) da parte dell’Aifa e/o del Ministero della Salute. Intanto i genitori di Sofia hanno già ripreso la loro battaglia sia legale che mediatica, nel tentativo di tenere viva l’attenzione sul caso. Papà Guido ha recentemente rilasciato una intervista al TgCom in cui annuncia che la battaglia legale per il diritto alle cure di Sofia non si ferma “Perchè in Italia” ha dichiarato il padre di Sofia “per curarsi prima di trovare un bravo medico è necessario trovare un bravo avvocato”.


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