Magazine Diario personale

Seggiolari e ‘mpagliaseggia

Da Antonio

Tra i mestieri in buona parte scomparsi, non possiamo fare a meno di ricordare i seggiolari e la caratteristica ‘mpagliaseggia. I seggiolari avevano bottega presso l’ospedale dell’Annunziata, l’ospizio dei trovatelli, e facevano sedie di tutti i tipi: grandi, medie, perfino sedioline per bambini. In giro andava tutto un esercito di venditori ambulanti con la mercanzia ammassata su un carrettino spinto a mano.
C’era, poi, l’impagliaseggia ambulante specializzato/a nel riparare le sedie rotte. Portava poche cose: alcune traverse di legno, detti “spruoccoli”, un fascio di paglia per riparare le sedie sfondate, un coltello e una stecca. Si sedeva per terra in un posto sull’uscio della dimora del cliente ed usava lo zoccolo come un martello.
Ha cantato il poeta in una canzone che tuttora ha un grande successo:
“E ssissignori ‘a mamma è ‘mpagliaseggia
e sissignori ‘o pate è mastro d’ascia,
ma hanno fatto chella figlia
ch’ è ‘na vera meraviglia”.

Oggi non si usano quasi più queste sedie. Anch’esse sono state sconfitte dalla legge dell’usa-e-getta. Quando si rompono è difficile ripararle. A meno che voi stessi non vi industriate a incollare le traversine che solitamente si scolano dopo pochissimo. E non vi azzardate a rivolgervi ad un falegname disposto a “farvi il favore”, vi chiederà più del costo stesso della sedia.



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