Magazine Diario personale

Seguendo i binari

Da Whitemary

Treno. Facce strane, facce nuove, facce stanche. Il buio della galleria rende difficile credere di star viaggiando. Il paesaggio arriva a intermittenza. Stessi edifici,  stesse strade, stessi alberi. Odori forti, odori acri, odori di altra gente. Odore di umanità. E sinceramente sarebbe meglio un arbre magique. Stazioni che su susseguono, nomi già sentiti, fermate più lunghe del previsto, valige, telefonate infinite. Un microcosmo che spesso non si ha nessuna voglia di esplorare. In treno ci si sente annoiati. Se si è soli, si cerca conforto nella musica o si fa finta di studiare qualche pagina o, più semplicemente, si fissa il finestrino senza davvero guardare quello che c'è fuori. Se si é in compagnia, si fanno discorsi sterili e mai troppo personali: la privacy va difesa. Due ore in cui la vita viene messa in pausa. Non ci si sente davvero viaggiatori, ma il culo, dal divano, si è alzato. Alcuni non se lo spiegano. Lingue diverse, suoni incomprensibili, discorsi ascoltati, espressioni spiate. Ci si guarda intorno e si cerca qualcuno simile a noi: forse si é perso in tutta questa eterogeneità. Un' altra fermata. Parte il conto alla rovescia.  B.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog